Abate Wine, il vino del lago di Garda con una storia da raccontare

L’attenzione sempre maggiore che il mondo dell’alimentazione pone sul vino, è un chiaro segnale di quanta importanza abbia nell’insieme di ciò che si propone a tavola.
Gli abbinamenti, i bouquet olfattivi, le note più delicate e ricercate di sapori…
La maggior parte di noi conosce davvero solo una piccola percentuale di tutto ciò che è il vino e se esistono corsi specializzati per saperlo “leggere” correttamente, è vero anche che costruirsi un palato più raffinato può essere anche frutto di una bevuta consapevole e concentrata del vino che portiamo a casa. Certo, purché questo vino sia di qualità, naturalmente! In questi giorni io sto scoprendo la selezione di Abate, azienda agricola situata appena a sud del lago di Garda.
Quest’anno, la loro realtà compie un secolo esatto di storia, e noi la festeggiamo degustando i loro Lugana e il loro Tiracollo.

LE TIPOLOGIE DI VINO

Pochi, ma molto buoni.
La selezione di Abate è composta da 3 tipologie di vino, di cui due bianchi ed un rosso. Tutti di altissima qualità.

  • Lugana DOC 2018 – è un vino la cui produzione è consentita solamente nella zona compresa tra Brescia e Verona e prende il nome proprio dalla località che si trova per l’appunto a sud del lago di Garda. Nei pressi si trova anche il Consorzio di Tutela del Lugana, un vino che ha moltissimo da raccontare. Per chi non lo conoscesse, stiamo parlando di un vino bianco, quello di Abate è fermo e ha un sapore delicato che lo rende un’ottima scelta per accostare piatti delicati, magari di pesce (ad esempio QUESTO) o anche per aperitivi estivi da godere al tramonto. Prezzo a bottiglia: 12€
  • Lugana DOC 2019 – Del tutto uguale per struttura al suo fratello maggiore di cui abbiamo appena parlato, questo vino è semplicemente più giovane. Le differenze di sapore sono minime, forse spiccano maggiormente le note floreali perché ha trascorso meno tempo in bottiglia tra il momento della produzione e quello del consumo. Si abbina piacevolmente a primi non troppo elaborati (vi suggerisco QUESTO) e va servito fresco ma non eccessivamente freddo. Prezzo a bottiglia: 10€
  • Tiracollo 2019 – Ecco il rosso della selezione Abate! Prodotto con Marzemino, Rebo (a sua volta frutto dell’incrocio tra Teroldego e Merlot) e il Groppello tipico del Benàco, regione territoriale del lago di Garda. Questo vino si appresta facilmente a completare il quadro di sapori che nascono da primi più ricchi, secondi piatti di carne rossa (vi consiglio di provarlo con QUESTO) e va servito a temperatura non superiore ai 18 gradi. Può essere consumato fino a 4 anni dopo l’imbottigliamento e le note di frutti di bosco rossi sono quelle più riconoscibili. Prezzo a bottiglia : 9€.

IL TERRITORIO DA CUI PROVENGONO

Comprendere il territorio di produzione di un vino, ci dice molto sulla sua identità. La composizione dei terreni, la presenza di determinati elementi, i fattori climatici… Tutto questo contribuisce alla struttura delle uve che vengono impiegate. Il risultato è determinato dalle caratteristiche dei vitigni, che si sommano a quelli appena elencati.
I terreni di produzione del vino Abate di estendono a sud del lago di Garda, in due punti differenti.
Le uve impiegate per la produzione del Lugana, infatti, crescono su un terreno più argilloso e calcaroso rispetto a quello che ospita i vigneti destinati al Tiracollo, che è ricco di limo e le argille che contiene sono più fini di quelle del primo.
Si tratta comunque di colline moreniche, in cui il microclima particolare che le caratterizza fa sì che gli inverni non siano eccessivamente freddi, assicurando quindi ai vitigni una crescita a una temperatura media di 15 gradi nell’arco dell’anno. La vite è una pianta molto sensibile a questo fattore!

UN REGALO PER SE’ E PER GLI ALTRI

Buono, bello nella presentazione, di qualità…
Cos’altro manca a questo vino per essere una vera e propria coccola per sé o per gli altri?
Nulla!
Anche le etichette che hanno scelto per le loro bottiglie sono degne di nota e ricche di significato.
Cosa c’è di più bello del fare a qualcuno un regalo che racconti qualcosa? La storia di Abate e del loro stemma la trovate qui.
Buona lettura!

Testo e fotografie
a cura di Micol Uberti

Terre del Vescovado

A volte cammino per la città, per i luoghi in cui vivo e che vivo e mi chiedo: “Quanto sappiamo del suolo che stiamo calpestando? Quanto conosciamo la storia di queste mura che ci circondano, delle aree verdi, della cultura che è scivolata di qui attraverso i secoli?”.
La risposta spesso è “Troppo poco.”.
Ne ho avuto la conferma quando settimana scorsa mi sono presa due giorni per immergermi in un territorio a me sconosciuto, nonostante siano ormai anni che mi divido tra Milano e la bergamasca.

Le Terre del Vescovado sono costituite dall’unione di 15 comuni che si affiancano e abbracciano tra le vigne della provincia di Bergamo, nei quali sopravvivono, generazioni, realtà imprenditoriali di inestimabile preziosità.

Serve respirare l’aria che c’è in quei posti, per capirne veramente il percorso che, cominciato secoli fa, li ha portati ad essere come sono oggi.
Io ho avuto la fortuna di poterle visitare con qualcuno che le conosce molto bene e che ha saputo scovare delle eccellenze che mi hanno fatto percepire quale sia il cuore pulsante di questo territorio.
Spesso si pensa che sia necessario andar lontano per scoprire qualcosa di nuovo e invece qui, a pochi chilometri da Milano, ci si ritrova immersi in una atmosfera diversa, che scorre più lenta, che è fatta di amore per le proprie vigne, per le radici della propria famiglia, per quegli antichi edifici che oggi ospitano realtà romantiche che guardano al futuro con la saggezza di chi ha vissuto il passato. Ho sentito i miei occhi riempirsi di bellezza mentre giravo tra le sale di Tenuta Frizzoni, a Torre de’ Roveri, un’antica villa restaurata e rimodernata, senza mancare di rispetto a ciò che fu, e in cui vengono ospitati matrimoni ed eventi che cercano una suggestività fuori dal comune. Non trovate che sia piena di dettagli meravigliosi?

Peccato averla scoperta così poco tempo prima del mio trentesimo compleanno, sarebbe stata una location a dir poco perfetta!
Di altrettanto impatto estetico è senza dubbio la Tenuta degli Angeli.
Una collina a Carobbio degli Angeli su cui, dal 1984, si produce vino e su cui alberga anche un’acetaia che realizza aceto secondo la tradizione emiliana.
Ma la vera bellezza di questo luogo sapete dove sta? Nelle persone che la gestiscono. Manuela e la figlia Roberta, che ci hanno accompagnati nella visita, sono due donne che vivono di entusiasmo e amore per la loro azienda e che la portano avanti con orgoglio. Aprono le loro porte ai bambini, per fare esperienze sensoriali e educative all’interno della loro tenuta, facendo loro imparare come si produce il vino, ad avere a che fare con la natura e con l’ecosistema da cui ci stiamo sempre più allontanando. Roberta fa anche delle marmellate deliziose con i cedri del suo giardino: insomma, si fa prima a dire che non esiste prodotto di loro provenienza che non debba essere assolutamente assaggiato almeno una volta!

Non stento a credere che, come ci raccontavano, si ritrovano gruppetti di turisti fuori dal cancello desiderosi di entrare a scoprire il vigneto!

Un’altra realtà che caratterizza profondamente le Terre del Vescovado è il Moscato di Scanzo. Questo vino liquoroso è una vera e propria eccellenza qui e il suo colore rosso scuro lo distingue immediatamente da altri moscati che siamo abituati a vedere più frequentemente. La vera differenza, però, la fa il suo sapore: meno dolce degli altri ma sempre rotondo e caldo, riesce a coinvolgere qualunque palato. Esiste addirittura un consorzio a sua tutela, di cui noi abbiamo visitato la sede a Scanzorosciate.

Pensate che stiamo parlando della più piccola D.O.C.G. italiana ma se verrete qui e avrete la possibilità di assaggiarlo, capirete il motivo di tanta attenzione verso questo prodotto.
Sarò sincera, ne ho assaggiati diversi durante questo tour, ma quello che mi ha colpito di più è quello di Sereno Magri.
Siamo stati ospiti nella sua cantina-salotto di Scanzorosciate (non si potrebbe definirla meglio di così: una pulizia, un’ordine, un gusto estetico per le linee semplici da non sembrare neppure un luogo di produzione ma uno di esposizione) e poi abbiamo degustato insieme a lui il suo moscato. Un sapore intenso che si fa ricordare e che porta con sé tutta la storia che ci ha raccontato Sereno: dalla cura delle uve alla selezione degli acini migliori, denocciolato a mano per garantire la più alta qualità, ai chilometri fatti per acquistare l’antagonista di un parassita che aveva colpito i suoi grappoli perché non vuole utilizzare agenti chimici sul suo raccolto.

Un’altra azienda vinicola da tenere assolutamente presente è senza dubbio quella di Eligio Magri. Se siano parenti non lo so, quello che ricordo distintamente è la cordialità dell’accoglienza, una vista mozzafiato sulle colline di Torre de’ Roveri ed una cantina in cui alcuni vini portano i nomi dei componenti della famiglia. Questo è un dettaglio che mi fa sentire rassicurata, che mi fa sentire in un’atmosfera di “casa”: quei vini ti stanno dicendo che dentro c’è qualcosa che va oltre la tecnica e l’esperienza sul campo. C’è attenzione, c’è tradizione e c’è vicinanza.
Noi abbiamo assaggiato uno spumante metodo classico, che nella sua semplicità ha vinto la 21esima edizione della rassegna Sparkling Wine Festival 2019 con 89/100. Niente male, vero?

A volte si parte per un tour di lavoro e si torna a casa propria con la convinzione di essersi ritrovati a fare, invece, un viaggio di cuore.
Ci sono tanti piccoli ricordi che si collezionano e che, ripensandoci, fanno sentire la differenza tra le due cose.
Durante questi due giorni, io e Franca siamo state ospiti di un b&b molto carino, Corte Seguini a Bagnatica, in cui siamo state trattate come delle regine dai proprietari, di cui ricorderò sempre la dolcezza con cui ci hanno servite a colazione. Veder arrivare la signora con le uova sul tegamino caldo, trovare una tavola imbandita anche se eravamo solo in due a soggiornare lì, sentir dare importanza ad ogni propria preferenza… Vi lascio con qualche foto della colazione, solo perché mi piace farvi venire fame, si sa!

Si potrebbe mai cominciare la giornata con il piede storto, dopo una “partenza” del genere?
Perciò grazie. Grazie a tutte queste persone che ci hanno aperto le porte dei proprio luoghi con allegria e voglia di conoscersi e raccontarsi!
Grazie a chi ha cucinato per noi e poi ha speso più di un’ora a chiacchierare, parlando dei propri inizi e dello sviluppo del proprio ristorante, come ad esempio la proprietaria del ristorante Da Franco di Seriate (a proposito, se andate lì in questo periodo fareste bene a prendere il gelato con i fichi freschi, come dessert!). Grazie a chi ci ha accompagnati alla scoperta di antiche meraviglie, come Villa Astori, in attesa di tornare agli antichi splendori grazie a nuovi ambiziosi progetti… vi auguriamo un in bocca al lupo enorme, di cuore!
E soprattutto, grazie a chi ha organizzato tutto questo e ci ha accompagnati con la stessa genuinità di chi sta portando un amico in giro per il proprio paese.

una stanza della splendida Villa Astori


Testo e fotografia
a cura di Micol Uberti

articolo realizzato in collaborazione con

Franciacorta in settembre: perché andarci assolutamente!

Mi sentite spesso parlare di questo territorio perché, nonostante io sia milanese, la mia sede principale si trova proprio sul lago d’Iseo.
Incredibile pensare che fino a pochi anni fa non amavo andarci… Ora invece non me ne vorrei mai andar via!
Avendola vissuta in tutte le stagioni e in tutti i mesi, ora posso dirvelo con certezza:
è settembre il momento migliore per godersi un weekend in Franciacorta.

Perché? Per 3 semplici motivi:

  1. innanzitutto siamo in pieno periodo di vendemmia e a metà mese le cantine aprono i loro battenti a chi vuole degustare i loro prodotti. Sono moltissimi gli eventi in cantina a cui potrete partecipare tra il 15 ed il 16 settembre, li trovate tutti in elenco su www.franciacorta.net e sarebbe un vero delitto non immergersi nel mondo di una delle eccellenze per cui siamo conosciuti in tutto il mondo, il vino!
  2. Il clima è mite, non si potrebbe chiedere di meglio. Questa zona territoriale, infatti, se è vero che rimane un po’ afosa durante i mesi più caldi dell’estate, sa invece dare il meglio di sé a inizio autunno. E’ ventilata ma si può ancora stare in costume, nel caso in cui si voglia prendere un po’ di sole e fare un bagno in riva al lago.
  3. I colori della natura. I colori della natura sono incantevoli in questo periodo, cominciano a scaldarsi e il paesaggio sa essere romantico come non mai! E’ l’occasione giusta per fare una passeggiata al tramonto, lasciandosi incantare da una tavolozza indimenticabile di sfumature!

Certo, potrete pensare che io sia di parte, visto l’incipit dell’articolo.
Invece no, è solo un consiglio spassionato! 
Settembre è l’occasione perfetta per condividere con il vostro partner o con gli amici un tour delle cantine più prestigiose d’Italia e rilassarvi poi alla vista dell’acqua del lago che luccica prima di cena, riflettendo le luci del tramonto!
E se avete paura di alzare un po’ il gomito… c’è chi pensa a riportarvi al vostro hotel (mercoledì ve ne suggerisco uno bellissimo) sani e salvi: Percorsi in Franciacorta offre un servizio di noleggio con conducente su splendidi mezzi d’epoca che sarà la vera ciliegina sulla torta in questa imperdibile esperienza, capace come poche altre di addolcire il vostro rientro dalle vacanze!

Testo e fotografia a cura di
Micol Uberti

#FotoRacconti – L’Étoile del mondo food? Si trova sul lago d’Iseo

Che a me piaccia fotografare cibo, è ormai cosa nota a chi mi segue da tempo sia sul blog sia sul mio profilo Instagram, ma devo ammettere che dopo anni che mi dedico a questa passione, comincio a capire che la riuscita di una fotografia è data per l’80% dal piatto ed il restante dalle mie capacità. Non perché siano scarse, ma perché è proprio il cibo che mi ispira, se manca la scintilla d’amore tra me e il soggetto dei miei scatti, non verranno mai bene come vorrei.

Ho trovato un posto che ha saputo affascinare i miei occhi e ammaliare le mie papille gustative, un luogo in cui l’eccellenza non si trova solo nelle materie prime impiegate per la preparazione dei piatti del menù, ma anche nel personale che è instancabilmente appassionato, preparato, presente ma discreto e leggero come una piuma al tempo stesso.
L’Étoile è questo posto delle favole, e del resto non poteva che essere proprio lui, essendo il ristorante di un relais che si chiama Podere Castel Merlo. Qui tutto parla di tempi antichi e già solo il semplice pronunciare questi nomi fa sentire una principessa.
Quando dico che il cibo deve essere accogliente per appagarci fino in fondo, intendo che nel ventaglio di sapori e profumi che sprigiona, a mio avviso è fondamentale la presenza di quell’elemento che ci sembra famigliare, riconoscibile, vicino al nostro cuore: è così che le proposte dello chef Antonio Russo, sotto la regia di Davide Oldani, vincono senza neppure bisogno di giocare la partita! Per quanto la creatività spicchi e non ci si trovi mai davanti a piatti banali, ci sarà sempre un tocco rassicurante che ti abbraccia e ti fa sentire che quella novità può benissimo diventare parte integrante di te.
Così tanto che io e #laFrancaPR (che naturalmente ha condiviso questo viaggio culinario con me) ci siamo ritrovate più volte a guardarci negli occhi e dirci: “Ma ci hanno letto nel pensiero!”. Non è da sottovalutare questa capacità di conoscere un cliente che ha appena fatto il suo ingresso nella tua sala da pranzo, perché ci vuole una grande esperienza e un saper osservare fuori dal comune. Certo, poi fai due chiacchiere con il maître e scopri che ha un curriculum così lungo, costellato di lavori nei migliori alberghi del nord, che se ti fermi ad ascoltarlo nel frattempo la tua omelette della colazione diventa fredda.
Ah, e ha la mia età.
Insomma, l’Étoile non si chiama così per caso: c’è tanta qualità, tanta sostanza, oppure, parlando di cibo, c’è tantissimo arrosto e niente fumo.
E’ bello perché nulla viene ostentato, tutto è concretezza e cura dei dettagli, non c’è tempo per vantarsi e pavoneggiarsi.
Il loro intento è quello di dimostrare che sono davvero la Stella del Food, qui.
E credetemi: quanto ci riescono bene!

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A Podere Castel Merlo si pasteggia con i migliori vini prodotti direttamente nelle loro vigne, su cui affaccia l’incantevole struttura

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Pensate che sia un dolce? Vi sbagliate!
Si tratta di caciotta fresca servita su letto di crema di patate viola, ed è un antipasto!

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Che magia il caviale di aceto balsamico accostato al cioccolato fondente ed al sorbetto di mango… naturalmente tutto fatto in casa!

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Naturalmente anche la colazione, qui, è gourmet!

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Un vero incanto, non è così?
Se volete scoprire di più su questo splendido relais, vi consiglio di leggere il racconto di Franca, qui!

Testo e fotografia
a cura di Micol Uberti

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L’inaspettato a due passi da casa

Ok, non siamo andate molto lontano da casa in questo primo viaggio, ma forse era giusto fosse proprio così.
Ha avuto inizio un percorso, che ci e vi porterà a scoprire l’Italia e non solo, e allo stesso tempo è stata una sorpresa. E se un resort riesce a sorprenderti dove già conosci quasi tutto, se a ridosso di una strada anonima e brulicante di veicoli commerciali riesce a coccolare l’ospite creando un’atmosfera ovattata che chiude il traffico fuori dal portone… allora significa che ha fatto centro!

Podere Castel Merlo si trova a Villongo (Bg) ed è contemporaneamente vicinissimo all’uscita dell’autostrada e al lago d’Iseo, ma i suoi 18 ettari di vigne ti ricordano anche quanto sia confinante con Franciacorta a cui si fonde la Valcalepio. I corridoi di questo edificio fortificato del XIV secolo, su cui sono ancora impressi affreschi originali, ci accompagnano con eleganza dall’imponenza dei secoli passati alla modernità di un relais di lusso, sotto l’occhio vigile di George Clooney e Catherine Zeta Jones che ammiccano dai quadri accanto alla reception. Il bello, qui, è che il passato convive con gli agi del presente: le 7 Suites, la SPA, la piscina con cascata a cui fanno da sfondo i vigneti e il ristorante L’etoile (con piatti creati dai migliori chef in collaborazione con Davide Oldani) ti ricordano che sei l’ospite di riguardo, e che sei tu al centro dell’attenzione, grazie al personale gentilissimo.

Il fatto che la sala de l’Etoile sia rivestita con boiseries in cotone bagnato in foglie di vite rossa ed abbia solo 40 coperti trasmette ancor più la sensazione di sentirsi viziati da piatti unici serviti in uno scrigno prezioso. Ma, a proposito di scrigni, sapete qual è la chicca, degna di farvi sentire vere principesse nel Castello? A Castel Merlo potete vivere anche l’esperienza di una mise en place davvero unica, dove tutto, dalle posate al semplice sottopiatto, verranno immersi nell’oro fuso in esclusiva per voi.
Cosa state aspettando a dirlo ai vostri fidanzati?

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Testo a cura di Franca Bergamaschi
Fotografia a cura di Micol Uberti

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Time to celebrate!

Quando ero piccola, mia nonna Lidia mi faceva guardare il mitico Mike Buongiorno.
Non c’era nulla da fare, non mangiavo nulla se non mi incantavo davanti alla TV! Forse è per questo che ero magra? Chissà… Fatto sta che quando lui faceva il suo ingresso nello studio di Gira la Ruota, io mi puntavo sul seggiolone e urlavo un improbabile: “ALLEGRIA!!!”, imitandolo.
Ecco, penso proprio che farei altrettanto in questo momento, se mi si chiedesse di descrivere il mio stato d’animo. La Fashion Week si è conclusa ormai da qualche settimana, è vero, ma il FuoriSalone è alle porte e svegliarsi la mattina con la posta elettronica piena di inviti ad eventi non sapete quanto mi riempia il cuore.
Ah beh certo, non è mica solo questo… Anzi, ci sono cose che mi riempiono ancora più di entusiasmo. Sintetizzando? Il team di questo blog si è allargato e ha preso forma, come ho sempre sognato. E’ arrivato Daniele, che per quanto sarà una presenza leggera e incostante, regala un apporto prezioso al mio lavoro. E poi c’è Franca, da sempre, che con impegno e una grande professionalità supporta tutto quello che faccio. Non potrei certo immaginare questo micoluberti.com senza di lei!

Allora non c’è molto da pensarci su: con dei traguardi del genere, bisogna tassativamente brindare! E’ vero che ogni scusa è buona, per carità, però c’è da dire che stavolta le cose stanno cambiando per davvero e credo che la mia gallery di Instagram (@micoluberti_official) ne sia la prova… Comunque bando alle ciance, ho fatto laptop e agenda un po’ più in là e ho messo insieme un aperitivino casalingo di tutto rispetto. Casalingo, sì, ma in ufficio, perché io ho una stanza dedicata solo al lavoro. Peccato che non fosse presente anche Daniele, ma recupereremo senza dubbio al più presto. Momentaneamente ci siamo limitate a battere i calici io e la Franca (scusate, so che è orribile grammaticalmente l’articolo davanti al nome ma… innanzitutto io sono milanese, perciò sono perdonata, e poi lei non è una Franca qualunque! Anzi, stavo meditando di farne un hashtg d’ora in poi…).
Un paio di avocado toast, qualche macarons salato e una magnum di Cuvée Prestige Bellussi.
Immaginate qualcosa di meglio? Io, sinceramente, no!
Alla nostra!

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Fotografie a cura di Micol Uberti

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Millè e una notte: un oceano di bollicine dalla Franciacorta alla Thailandia

Convintissimi che un millesimato della Franciacorta possa essere gustato solo con un dolce al cucchiaio? Parliamone!
La sperimentazione, in cucina, credo che sia un aspetto fondamentale per riuscire a superare i limiti imposti dalle tradizioni culturali in tavola, in ogni caso si scopre qualcosa di nuovo: può capitare che “ci si allontani troppo” e venga voglia di tornare alle proprie origini, oppure ci si sorprende con accostamenti e sapori nuovi che riescono a estraniarci dal luogo in cui ci troviamo, accompagnandoci in viaggi incredibili con la mente, portandoci oltre oceano addirittura!
Un po’ come è successo lunedì scorso in occasione dell’evento Millè thai night at Cocca Hotel.

Sarnico, 19 settembre 2016 – La “scusa” per la quale mi trovo presso la bellissima struttura del Cocca Hotel con lamia amica Michela Muratori, proprietaria della cantina Tenuta Villa Crespia di Adro (BS), è quella di brindare all’inaugurazione della loro nuova piscina della thai spa. Una meravigliosa scusa, a dirla tutta, dal momento che ci troviamo sulla terrazza della struttura, con una vista mozzafiato sul lago d’Iseo ed un morbido tramonto a dirci che è quasi ora di cena. Perciò, dopo un conviviale aperitivo a bordo piscina in cui i calici pieni di Millè tintinnano e le voci allegre degli ospiti si sovrappongono, è tempo di gustare nuovi sapori e fare un tour alla scoperta della lontana Thailandia. Chi meglio di un hotel di lusso in cui la parte wellness è dedicata interamente a questo Paese, potrebbe portare in tavola la loro tradizione culinaria?
Spiedini di pollo al curry, gamberi panati fritti e insalata piccante sono solo l’antipasto!
Segue poi una deliziosa zuppa di pesce preparata al momento, impreziosita dal succo di limone che le dà una connotazione aromatica molto precisa che io ho trovato perfettamente in linea con i miei gusti.
Come seconda portata, poi, un grande classico: riso saltato con ananas e frutti di mare.
Per concludere, una noce di cocco che ha rinfrescato il palato dopo una cena così ricca di sapori.

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Fotografie a cura di Francesco Piceni

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Berlucchi e lo chef Stefano Cerveni: racconto di un sabato da sogno.

E’ sabato, c’è il sole e la Franciacorta ha voglia di far festa.
Non lo so se sia perché è un territorio abbastanza piccolo, oppure perché è proprio lo spirito che c’è qui… fatto sta che, quando c’è qualche evento speciale, lo si percepisce nell’aria su tutto il lago d’Iseo.
Durante il weekend appena passato, infatti, le cantine delle aziende vinicole della zona hanno aperto i loro cancelli e le loro bottiglie al pubblico, consentendogli di degustare i propri vini.

17 Settembre 2016, Borgonato (BS) – Entro nel giardino di Berlucchi e già mi innamoro.
Il grande prato curatissimo, il tavolino ricavato da un tronco di albero tagliato che si trova all’ombra di un ulivo, un altro tavolo in pietra attorno al quale vedo delle sedie in ferro battuto bianco che catturano immediatamente la mia attenzione… ogni dettaglio è una favola. E poi si sente da lontano la voce gioviale dell’enologo Arturo Ziliani che racconta il millesimato ’61 Nature agli ospiti. Lui è niente meno che il figlio di Franco, che produsse il primo Franciacorta nel 1961 con Guido Berlucchi, secondo il metodo classico che prevede la seconda fermentazione in bottiglia. Si avvicina poi anche uno chef, un uomo discreto e dal sorriso largo e luminoso. Si tratta di Stefano Cerveni, che per l’occasione ha creato tre proposte gourmet da degustare insieme ad un calice di fresco Nature. Mentre racconta il modo in cui ha ideato e preparato i piatti, una crema di patate viola con gamberi crudi e cipolla rossa, uno sformatino di tinca di lago e un’insalatina di pop corn di pollo con sarde di Montisola, lo guardo e penso che le stelle che Michelin gli ha riconosciuto sono davvero le stesse che brillano nei suoi occhi mentre parla del suo lavoro, della sua passione, della sua vita. 

La proposta che ho preferito, per palato, è stata l’ultima (e forse si intuisce anche dalla quantità di scatti che le ho dedicato!) ma questo millesimato leggermente sapido e tondo ha esaltato e si è lasciato esaltare alla perfezione anche dagli altri due piatti.

Ecco a voi le fotografie di un pomeriggio pieno di sapore e di gioia.

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Fotografie a cura di Micol Uberti

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Bellussi Cuvée Prestige

Il tempo.
Il tempo che passiamo con le persone che amiamo ed il tempo che dedichiamo a noi stessi è il bene più prezioso ed è ciò che, a parer mio, manda avanti l’universo e conferisce un senso a tutto il resto… Togliete quei momenti e ditemi cosa rimane della vita!

Ogni volta che vado a Sarnico amo passare una mezzoretta da sola su un molo (che in cuor mio appartiene solo a me, anche se purtroppo non è così di fatto) e osservo.
Osservo tutto: l’acqua, i gabbiani, le increspature sulla superficie del lago, i riflessi del sole sulle onde… e torno a far parte di un equilibrio cosmico che ci si perde troppo spesso in fondo alla frenesia degli impegni quotidiani.

Questa volta ho voluto fare un esperimento e portare con me una compagnia speciale, una bottiglia di spumante Bellussi, un cuvée prestige della Valdobbiadene. Non è un dispetto alle bollicine locali, naturalmente, ma una piccola evasione che mi ha fatto scoprire un sapore intenso e morbido che ha solleticato il mio palato. A differenza dei franciacorta, che si esaltano particolarmente se affiancati al mondo sapido, il Bellussi si presenta più dolce e perfetto per accompagnare delle succosissime ciliegie di stagione.

Un gusto elegante e ammiccante che parla di estate e spalanca i sensi.

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Fotografie a cura di Bruno Uberti

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Un brindisi a Christo

Sulzano, 18 maggio 2016 – Si legge con l’accento sulla O ed è il nome di uno degli esponenti più importanti di quella strana disciplina artistica che si chiama land art (in cui l’artista, come dice la parola stessa, interviene direttamente sull’ambiente naturale per realizzare le sue opere): Christo è il progettista dei famosi floating piers che verranno presto inaugurati ufficialmente sul Lago d’Iseo, mia terra d’adozione da qualche anno. Potevo forse, con questi presupposti, non essere presente all’evento che si è tenuto nello splendido Hotel Araba Fenice, in collaborazione con Arcipelago Muratori, a Sulzano? Naturalmente no.

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La location offre uno scorcio spettacolare su questa opera d’arte in costruzione: l’affaccio della terrazza si trova proprio di fronte all’isola che viene raggiunta da questi pontili galleggianti.

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Brindando con fiumi del loro Millè e degustando un golosissimo risotto cucinato con questo delizioso franciacorta, l’atmosfera si è fatta immediatamente festosa e i sorrisi erano addirittura più delle bottiglie stappate (e fidatevi, erano davvero un gran numero!).

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Orgogliosissima di essere invitata a questo party esclusivo, ho pensato che il minimo che potessi fare per omaggiare questa cantina con cui collaboro ormai da tempo fosse scegliere un outfit del colore del loro Millè: il suo packaging azzurro turchese chiaro mi ha sempre attirata moltissimo e trovo che sia una scelta molto particolare per parlare del suo contenuto. Così ho scelto un minidress della stessa tonalità con una trama che mi ha ricordato immediatamente il movimento del vino nel calice.

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Permettetemi però di concludere questo racconto con una piccola nota a margine più “intima”. Perché alla fine, ciò che fa sempre la differenza in qualsiasi circostanza, sono le persone. Devo per forza ringraziare Michela per tutta la fiducia che ripone in me e nel mio lavoro e per l’amicizia che mi regala ogni volta, perché questo supera di gran lunga qualunque altra soddisfazione!
…e poi, il suo papà (che vedete in fotografia, ritratto durante il suo discorso introduttivo alla serata) ed il mio si chiamano entrambi Bruno! Perciò possiamo considerarci quasi sorelle. 

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Sabato 4 giugno saremo pronte per un nuovo aperitivo a Gussago, tutte le info le trovate QUI.

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Fotografie a cura di Francesco Piceni

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