Abate Wine, il vino del lago di Garda con una storia da raccontare

L’attenzione sempre maggiore che il mondo dell’alimentazione pone sul vino, è un chiaro segnale di quanta importanza abbia nell’insieme di ciò che si propone a tavola.
Gli abbinamenti, i bouquet olfattivi, le note più delicate e ricercate di sapori…
La maggior parte di noi conosce davvero solo una piccola percentuale di tutto ciò che è il vino e se esistono corsi specializzati per saperlo “leggere” correttamente, è vero anche che costruirsi un palato più raffinato può essere anche frutto di una bevuta consapevole e concentrata del vino che portiamo a casa. Certo, purché questo vino sia di qualità, naturalmente! In questi giorni io sto scoprendo la selezione di Abate, azienda agricola situata appena a sud del lago di Garda.
Quest’anno, la loro realtà compie un secolo esatto di storia, e noi la festeggiamo degustando i loro Lugana e il loro Tiracollo.

LE TIPOLOGIE DI VINO

Pochi, ma molto buoni.
La selezione di Abate è composta da 3 tipologie di vino, di cui due bianchi ed un rosso. Tutti di altissima qualità.

  • Lugana DOC 2018 – è un vino la cui produzione è consentita solamente nella zona compresa tra Brescia e Verona e prende il nome proprio dalla località che si trova per l’appunto a sud del lago di Garda. Nei pressi si trova anche il Consorzio di Tutela del Lugana, un vino che ha moltissimo da raccontare. Per chi non lo conoscesse, stiamo parlando di un vino bianco, quello di Abate è fermo e ha un sapore delicato che lo rende un’ottima scelta per accostare piatti delicati, magari di pesce (ad esempio QUESTO) o anche per aperitivi estivi da godere al tramonto. Prezzo a bottiglia: 12€
  • Lugana DOC 2019 – Del tutto uguale per struttura al suo fratello maggiore di cui abbiamo appena parlato, questo vino è semplicemente più giovane. Le differenze di sapore sono minime, forse spiccano maggiormente le note floreali perché ha trascorso meno tempo in bottiglia tra il momento della produzione e quello del consumo. Si abbina piacevolmente a primi non troppo elaborati (vi suggerisco QUESTO) e va servito fresco ma non eccessivamente freddo. Prezzo a bottiglia: 10€
  • Tiracollo 2019 – Ecco il rosso della selezione Abate! Prodotto con Marzemino, Rebo (a sua volta frutto dell’incrocio tra Teroldego e Merlot) e il Groppello tipico del Benàco, regione territoriale del lago di Garda. Questo vino si appresta facilmente a completare il quadro di sapori che nascono da primi più ricchi, secondi piatti di carne rossa (vi consiglio di provarlo con QUESTO) e va servito a temperatura non superiore ai 18 gradi. Può essere consumato fino a 4 anni dopo l’imbottigliamento e le note di frutti di bosco rossi sono quelle più riconoscibili. Prezzo a bottiglia : 9€.

IL TERRITORIO DA CUI PROVENGONO

Comprendere il territorio di produzione di un vino, ci dice molto sulla sua identità. La composizione dei terreni, la presenza di determinati elementi, i fattori climatici… Tutto questo contribuisce alla struttura delle uve che vengono impiegate. Il risultato è determinato dalle caratteristiche dei vitigni, che si sommano a quelli appena elencati.
I terreni di produzione del vino Abate di estendono a sud del lago di Garda, in due punti differenti.
Le uve impiegate per la produzione del Lugana, infatti, crescono su un terreno più argilloso e calcaroso rispetto a quello che ospita i vigneti destinati al Tiracollo, che è ricco di limo e le argille che contiene sono più fini di quelle del primo.
Si tratta comunque di colline moreniche, in cui il microclima particolare che le caratterizza fa sì che gli inverni non siano eccessivamente freddi, assicurando quindi ai vitigni una crescita a una temperatura media di 15 gradi nell’arco dell’anno. La vite è una pianta molto sensibile a questo fattore!

UN REGALO PER SE’ E PER GLI ALTRI

Buono, bello nella presentazione, di qualità…
Cos’altro manca a questo vino per essere una vera e propria coccola per sé o per gli altri?
Nulla!
Anche le etichette che hanno scelto per le loro bottiglie sono degne di nota e ricche di significato.
Cosa c’è di più bello del fare a qualcuno un regalo che racconti qualcosa? La storia di Abate e del loro stemma la trovate qui.
Buona lettura!

Testo e fotografie
a cura di Micol Uberti

Il pomodorino giallo? Un piccolo sole tutto da scoprire!

Devo essere sincera ed ammetterlo: se penso al pomodoro, mi viene in mente subito il colore rosso. Anche per voi è così, vero? Eppure, è un grande peccato che il datterino giallo passi un po’ in secondo piano, perché si rivela ottimo anche per condire la pasta!
Non mi credete? Allora continuate a leggere, perché vi convincerò del contrario.

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Quando ho ricevuto a casa la Pam Box di Pam Panorama, dentro la quale si nascondevano tante delizie mediterranee e una sfida ai fornelli per me, la prima cosa che ho pensato è stata: “Fantastico, ora mi faccio una bella pastasciutta al sugo!” e nella mia mente si è formata l’immagine di un piatto fumante di spaghetti, rossi di pomodoro e pieni di profumo. Ma non è più bello cercare di scoprire sempre qualcosa di nuovo? Allora ho preso in mano il vasetto di Datterini Gialli interi in succo, della linea I Tesori, insieme alle Olive Taggiasche (di cui sono veramente ghiotta!) e ho deciso: sì! E’ ora di creare una ricetta diversa dal solito!
E’ così che ho preso al volo la pentola, l’ho riempita di acqua e l’ho messa a bollire.
Nell’attesa di buttare la pasta (so che non è un termine molto raffinato, ma mi piace troppo quell’idea di quotidianità e italianità che esprime, perciò lasciatemelo dire!) continuavo a pensare a cosa poter aggiungere per rendere il piatto ancora più sfizioso ma in breve tempo ho capito che in realtà, tutto questo sforzo, non era affatto necessario…
La dolcezza dei datterini e la sapidità delle olive formavano già da sole un equilibrio perfetto. E’ stato amore a prima forchettata!

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Testo e fotografia a cura di
Micol Uberti

Franciacorta in settembre: where to stay & where to eat!

Se ieri parlavo del fatto che la Franciacorta risulta particolarmente bella in settembre per una serie di ragioni (se ve le siete perse, potete leggere l’articolo QUI), oggi mi sento di darvi due consigli al volo, nel caso in cui voleste lasciarvi tentare e prendere la macchina per raggiungere questo splendido territorio, magari cogliendo proprio l’occasione per fare un tour delle cantine!

Tenendo conto del fatto che avrete la fortuna di trovarvi a pochissimi minuti dal lago d’Iseo, ci sono alcune chicche che posso suggerirvi.

Innanzitutto, se state cercando un hotel accogliente e con tutti i comfort che possa ospitarvi, sicuramente l’Hotel Ulivi a Paratico (BS) è un’ottima soluzione.
Quasi non si nota dalla strada, discorso valido anche per il ristorante di cui vi parlerò a breve, ma una volta varcata la soglia d’ingresso, ci si ritroverà in un mondo parallelo!
Qui la natura è ovunque, è un elemento fondamentale e la si trova anche sulle terrazze delle camere dedicate agli ospiti. La piscina è molto ampia e immersa in uno splendido giardino di ulivi. La vista? Mozzafiato! Si vede il lago al di là delle siepi e il buongiorno dell’alba la mattina vale la pena di puntare la sveglia un po’ prima.

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Da lì sarà facile raggiungere sia la sponda bergamasca, di fronte a voi, sia quella bresciana, dove nell’entroterra si trovano le cantine vinicole come Berlucchi, Bellavista e tante altre pronte ad aprire i loro cancelli per accogliere visitatori curiosi di degustare.
In qualsiasi direzione scegliate di andare, però, tenete gli occhi ben aperti!
Ci sono moltissime cose pronte a sorprendervi, persino una piccola cappellina abbandonata che si annida sulle rocce della scogliera nei pressi di Riva di Solto…

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E’ molto suggestiva e di lì a pochi metri la strada che costeggia il lago comincia a regalare splendide visuali grazie agli orridi e al panorama che si apre sulla riva opposta!
Se proseguite in direzione Lovere, poi, potrete fare tappa in questo piccolo paese che non a caso viene descritto come uno dei Borghi più Belli d’Italia. A me riempie sempre di grande ispirazione passeggiare per le sue viette dal sapore storico.

Per quanto riguarda invece il palato, un posto dove poterlo coccolare e stupire è senza dubbio il ristorante stellato da Nadia! Si chiama proprio così ed è una piccola oasi di pace e di gusto ad Erbusco (si ritorna quindi nel territorio bresciano). Raccolto, elegante e con un attento occhio di riguardo alla qualità delle materie prime: da Nadia si mangia pesce e si fanno due chiacchiere proprio con lei, che ha carattere e racconti da vendere! Se l’appetito vien mangiando, infatti, la voglia di provare tutto ciò che trovate sul menù viene ascoltandola parlare: da dove ha preso spunto per le sue proposte? Che cosa suggerisce di ordinare? Una cena da lei è una vera e propria esperienza che lascerà il segno. Pare sia leggendaria la sua zuppa di pesce, in onore della quale mi sono promessa di ritornare assolutamente per assaggiarla!


A rivedere queste foto mi è venuta una fame incredibile!
Spero di aver provocato lo stesso effetto in voi… e spero che presto seguirete i miei consigli e proverete entrambe le realtà che vi ho proposto oggi.
Buona serata!

Testo a cura di Micol Uberti
Fotografia a cura di Micol Uberti, Bruno Uberti

Franciacorta in settembre: perché andarci assolutamente!

Mi sentite spesso parlare di questo territorio perché, nonostante io sia milanese, la mia sede principale si trova proprio sul lago d’Iseo.
Incredibile pensare che fino a pochi anni fa non amavo andarci… Ora invece non me ne vorrei mai andar via!
Avendola vissuta in tutte le stagioni e in tutti i mesi, ora posso dirvelo con certezza:
è settembre il momento migliore per godersi un weekend in Franciacorta.

Perché? Per 3 semplici motivi:

  1. innanzitutto siamo in pieno periodo di vendemmia e a metà mese le cantine aprono i loro battenti a chi vuole degustare i loro prodotti. Sono moltissimi gli eventi in cantina a cui potrete partecipare tra il 15 ed il 16 settembre, li trovate tutti in elenco su www.franciacorta.net e sarebbe un vero delitto non immergersi nel mondo di una delle eccellenze per cui siamo conosciuti in tutto il mondo, il vino!
  2. Il clima è mite, non si potrebbe chiedere di meglio. Questa zona territoriale, infatti, se è vero che rimane un po’ afosa durante i mesi più caldi dell’estate, sa invece dare il meglio di sé a inizio autunno. E’ ventilata ma si può ancora stare in costume, nel caso in cui si voglia prendere un po’ di sole e fare un bagno in riva al lago.
  3. I colori della natura. I colori della natura sono incantevoli in questo periodo, cominciano a scaldarsi e il paesaggio sa essere romantico come non mai! E’ l’occasione giusta per fare una passeggiata al tramonto, lasciandosi incantare da una tavolozza indimenticabile di sfumature!

Certo, potrete pensare che io sia di parte, visto l’incipit dell’articolo.
Invece no, è solo un consiglio spassionato! 
Settembre è l’occasione perfetta per condividere con il vostro partner o con gli amici un tour delle cantine più prestigiose d’Italia e rilassarvi poi alla vista dell’acqua del lago che luccica prima di cena, riflettendo le luci del tramonto!
E se avete paura di alzare un po’ il gomito… c’è chi pensa a riportarvi al vostro hotel (mercoledì ve ne suggerisco uno bellissimo) sani e salvi: Percorsi in Franciacorta offre un servizio di noleggio con conducente su splendidi mezzi d’epoca che sarà la vera ciliegina sulla torta in questa imperdibile esperienza, capace come poche altre di addolcire il vostro rientro dalle vacanze!

Testo e fotografia a cura di
Micol Uberti

Ah, la Franciacorta! Meravigliosa (e un po’ retro)

Franciacorta, dolce terra di morbide colline e di aggraziati vigneti che si susseguono all’infinito… Non c’è luogo migliore dove poter liberare gli occhi e far divertire la vista.
Se poi, a questo, si aggiunge l’ispirazione un po’ retro che si può provare a bordo di un’auto d’epoca con tanto di autista, l’immaginazione non può che continuare a nutrire sé stessa.

Sono figlia di mio padre: è lui che mi ha cresciuta con piccoli lavoretti giù in garage, piccoli compiti che mi dava da svolgere per aiutarlo a restaurare qualche vecchia moto o semplicemente per fare manutenzione alla sua.
Quello del benzina per me è un profumo, non un odore!
Ed è proprio con lui che ho condiviso questa esperienza qualche weekend fa ad Erbusco, dove ha sede Percorsi in Franciacorta, una società di mezzi vintage for rent (ci sono anche le due ruote!) che consente anche di effettuare noleggio con conducente.
Ottima idea, del resto, soprattutto in questo periodo in cui a breve le cantine apriranno ed è meglio non mettersi alla guida dopo un tour vinicolo!
Noi abbiamo fatto un giro turistico stupendo, a bordo di una simpaticissima Lancia Fulvia 1300 del 1974. Certo anche organizzare una gita fuori porta con gli amici, magari per un addio al celibato, a bordo del mitico pulmino vintage Fiat 900, non dev’essere niente male!

Il fascino non ostentato del suo essere però visibilmente retro, mi ha colpita particolarmente: non amo le cose esagerate, che ti obbligano a tutti i costi a guardarle. Preferisco il vero carisma, quello che non ti colpisce gli occhi, ma la testa. E’ una seduzione più intima, più profonda, più cerebrale.
Osservare questo magnifico territorio, dalle zone più interne e verdi fino ad arrivare alla riva del lago, passando per i castelli e le tenute storiche che si nascondo qua e là… Un’esperienza di una giornata che si ricorda per tutta la vita. Solo per intenditori, dite? Vi sbagliate.
Che siate degli amanti dei motori o meno, poco importa: la Fulvia sa come farsi voler bene da chiunque e il conducente che racconta la Franciacorta con preparazione e grande entusiasmo, avvicina chiunque a Percorsi.
La leggendaria rilassatezza bucolica di cui si parla tanto quando l’argomento è la Franciacorta, è diventato servizio grazie alla società di questi giovani che ragazzi che hanno tutta l’intenzione di farci capire che il vintage non è solo una moda ma anche un contatto: un contatto con il passato che sfiora il presente, un contatto con l’emozione che raggiunge inevitabilmente anche il cuore di chi, invece, su quei mezzi d’epoca ci è salito solo per fare qualcosa di diverso dal solito.

Testo a cura di Micol Uberti
Fotografia a cura di Franca Bergamaschi

Out of Office : la dolce Verona

Potrei iniziare la descrizione di questo viaggio dicendo che sono stata nella città di Romeo e Giulietta e probabilmente chiunque, persino nel continente più lontano, capirebbe quale è stata la mia meta. “Verona, la città dell’amore!” direbbero.
E pensare che per noi milanesi (o addirittura lombardi) Verona è invece considerata una destinazione quasi scontata, forse perché così vicina, e spesso accantonata ad una “prossima volta” viste le numerose occasioni che ci riserva per poter essere visitata. Prima di tutte probabilmente una gita legata al parco di divertimenti Gardaland o al giardino di Sigurtà, le attrazioni più rinomate che si trovano in zona.

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Benvenuti a Verona

Io ho scelto di uscire dagli schemi e visitare luoghi insoliti, soprattutto per un pubblico femminile, ma sicuramente intriganti Volete essere originali come me? Seguitemi! Arrivano turisti da tutto il mondo per vedere la città (dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco) dove Shakespeare ha ambientato la storia d’amore più famosa di tutti i tempi, e naturalmente non potete perdervi una visita fin sotto il balcone di Giulietta. Purtroppo l’incanto sarà un po’ schiacciato dalla folla che vi troverete e dalla (a mio parere) triste rappresentazione di una Giulietta moderna. Si, perché su quel balcone vedrete apparire delle improbabili Giuliette sostitutive, ragazze (e non solo) in costume, che compaiono ad arte per ricordarci l’originale che stava lassù. Difficile confronto! Estraniatevi allora, arrivate in quel cortile e pensate come sarebbe sentire solo il bisbiglio delle voci dei due innamorati. Mi piace immaginarlo così, questo angolo romantico. Per arrivarci passerete accanto ad un muro costellato da promesse d’amore eterno, siglate su qualsiasi cm quadrato possa contenere una scritta (memotac, scontrini, persino cerotti… tantissimi!). L’altra star della città è sicuramente l’Arena, in piazza Bra. Qui il mio suggerimento è di non limitarvi ai soliti scatti turistici. Perdetevi! Perdetevi a girare accanto alle mura, in cerca dei pezzi di scenografie in allestimento, gustatevi i dettagli di opere antiche che qui sono andate in scena e vengono smantellati. Vi capiterà, come è successo a me, di passeggiare accanto a pezzi di antico Egitto, o sentirvi un po’ gheishe, o ritrovarvi nell’antica Roma… Qui tutto è magico! Ecco, Verona va vissuta così, con occhi sognanti, che colgono piccole chicche e le amplificano nel nostro immaginario per catapultarci in un passato denso di emozioni.

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Non perdetevi assolutamente…

… il Museo Nicolis dell’Auto, della Tecnica, della Meccanica!
Vi basterà spostarvi a Villafranca di Verona e dedicare un’oretta alla visita di un museo meno usuale per noi donne, ma che vi riserverà piacevoli sorprese. Non fatevi spaventare dal nome e anche qui lasciatevi trasportare da un viaggio nel tempo dove potrete immaginare dame con lunghi abiti in velluto ed imponenti cappelli salire a bordo delle auto esposte. Ma vedrete anche la mitica DeLorean, l’auto di Ritorno al Futuro, usata quest’anno da Fedez (ndr si proprio lui, il fidanzato dell’icona delle fashion blogger, Chiara Ferragni) nel video “Piccole cose” in coppia con J-Ax ed Alessandra Amoroso. Giusy Ferreri invece ha utilizzato una Lancia Flaminia per il suo video “Partiti adesso” e Sergio Sylvestre (ndr il vincitore di Amici 2016) una Rolls Royce Corniche.

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Provate questo albergo!

“Soggiornate e stupitevi” è il loro motto.
Mi hanno tentato, e mi sono stupita: un’oasi di pace, vicino ad un aeroporto! 
Sembrava impossibile, e invece… E’ iniziato proprio così il mio soggiorno presso l’hotel Veronesi la Torre, a poca distanza dall’aeroporto Catullo di Verona. Posizione strategica, sia se si arriva in aereo appunto, sia per visitare la città di Giulietta e Romeo. Mi sono ritrovata avvolta nell’elegante calma di un tempo che sembra essersi fermato al passato, ma fondendosi con le comodità del presente. SPA con jacuzzi esterna, fitness, massaggi e piscina coperta: mai avrei pensato che potessero convivere con le austere mura di un monastero. Qui, in  queste 89 camere e nella splendida Sweet Tower Suite, a soli 8 km da Verona, succede anche questo. Mi sono potuta godere la piscina, protetta dall’ampia vetrata che la illumina naturalmente, mi sono lasciata avvolgere dal bagno di vapore cromoterapico e rilassata sul lettino cullata dalla musica soffusa. Infine mi sono viziata anche con un aperitivo, preparato nel loro bar “Corte 22”.

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E prenotate una cena qui!

Sapete cosa mi piace dei social? Il rapporto umano. Un controsenso vero? Ma non è così. E’ grazie al mio lavoro nei social se, dopo un primo contatto schermato dal pc, ho potuto conoscere persone vere, appassionate. E’ stato così anche nei due ristoranti dove abbiamo cenato durante questo tour.

Al Bue d’Oro di Valeggio sul Mincio, si respira l’aria che piace a me, quella delle “imprese” a conduzione famigliare, con padri e madri che passano il testimone ai figli. Il locale mi è piaciuto molto, una sorta di giardino d’inverno con piante ovunque, persino a cascata dal soffitto. Sedetevi ad uno dei tavoli accanto alla cucina a vista, accanto alla parete di vetro che separa il giardino da cui lo chef raccoglie le erbe aromatiche fresche da utilizzare in cucina, dove stagionalità e territorialità dei prodotti sono i punti di forza del menù proposto. Qui tutto richiama la naturalità: modernariato e vintage si fondono in un’ottica “raw”. A fine cena fate come me, fermatevi a chiacchierare con i titolari, “nutritevi” anche della loro passione. Il piatto consigliato non possono che essere i celeberrimi tortellini di Valeggio. Buonissimi! Ripieni di  carne e serviti con burro spumoso e salvia croccante. Amore a primo assaggio. Del resto, se vengono chiamati “nodo d’amore” un motivo ci sarà!

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Il ristorante, in cui abbiamo cenato a Verona è stato La Canonica, a due passi dall’Arena. Perfetto per la comoda ubicazione e per l’atmosfera elegante e soft che si respira. Quello che ci vuole dopo la visita della città.

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Una dritta? Qui vi consiglio di lasciatevi “accogliere” dal personale, impeccabile.
Raz, l’esperto della carta dei vini saprà consigliarvi gli abbinamenti perfetti per ogni piatto proposto dallo chef Saimir Xhaxhaj che ha lavorato nelle cucine dei più importanti ristoranti Italiani e non. Mi hanno viziata da subito, con un antipasto spettacolare, che vi consiglio: capesante, cipolla caramellata, nocciole tostate e lime. Quasi tutti i piatti sono decorati con fiori edibili che arrivano pressochè quotidianamente dal Trentino. Piatti dove non c’è nulla da pulire, tutto è servito per essere consumato con estrema semplicità, ma eleganti, perchè il cibo si mangia prima di tutto con gli occhi.

Fotografia a cura di Bruno Uberti

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Out of Office : incredibili Langhe

Quando scopro certi posti, penso e ripenso che è proprio vero quando si dice che spesso facciamo l’errore di esplorare il mondo ma ci dimentichiamo delle bellezze che abbiamo vicino, certi del fatto che in questo modo potremo andarci quando vogliamo.
Mi sono bastati due giorni e mezzo nelle Langhe per rifletterci su.
Qui ho trovato una grande ospitalità, a dispetto di quanto si dice riguardo la fredda accoglienza del Nord, ho trovato semplicità e meraviglia.

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Benvenuti nelle Langhe

Lo ammetto con un po’ di vergogna, è una zona che non avevo mai visto prima d’ora: le immense distese di vigne, cariche di grappoli e di verde, abbracciano tutto il territorio e accompagnano l’occhio fino all’orizzonte, senza stancarlo mai. Quella che ci ha accolto e la parte della Bassa Langa (sì, gente del posto ne parla al singolare!), ovvero quella di Alba, Roero, Monferrato, dove i vini ed i tartufi sono tra i simboli culinari più rinomati in tutto il mondo. Sapete che è una regione storica inclusa nella lista UNESCO dei beni del patrimonio dell’umanità dal 2014? Qui sembra che il tempo si sia un po’ fermato a tanti anni fa, per poi scatenarsi ed esprimersi in piccoli slanci di modernità: è uno spettacolo davvero prezioso!

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Non perdetevi assolutamente…

… i baci di dama! Sono un biscotto tipico di queste zone e in città si trovano dappertutto. Oltre ad essere deliziosi, naturalmente, sono di dimensioni enormi! Io ne ho provato uno con impasto di mandorla, ma si trovano anche al cioccolato bianco, al pistacchio…
Un’altra chicca del posto è il Roero Arneis, un bianco secco molto aromatico che dovrete assolutamente assaggiare, concedendovi una pausa dal vostro giro turistico.
Amanti della Nutella? La foto ricordo in piazza Michele Ferrero allora sarà d’obbligo!

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Provate questi alberghi!

A me piace sempre scoprire luoghi nuovi e non ho nessun tipo di pregiudizio sulla tipologia di luogo in cui passare la notte o soggiornare, ci sono pochi imperativi assoluti per quanto mi riguarda: accoglienza, disponibilità, pulizia impeccabile.
Ho trovato fortunatamente dei posti che corrispondono esattamente a questi standard, senza dover rinunciare a nulla.

Una vecchia casa padronale di campagna che ha reso il mio cuore indeciso: non sapeva se essere più affascinato dall’architettura rurale della struttura o se sentirsi coccolato dalla proprietaria, una gentilissima signora che ha saputo accogliermi nel migliore dei modi! E’ proprio grazie a lei che ho conosciuto il vino di cui vi ho parlato qualche riga più su. E’ stato il suo aperitivo di benvenuto, preludio di un pernottamento magico, dove la campagna ti parla attraverso le sue cicale e dove la sera è un’emozione poter godere del panorama buio delle Langhe, in cui spiccano illuminati solo i centri abitati.
E’ un contesto così rassicurante, famigliare… dalla scelta del decor con pezzi d’antiquariato, alla colazione preparata in casa, sembra davvero di conoscere quel luogo e quelle persone da sempre.

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Sarò breve, perché vi parlerò di questo angolo di paradiso più diffusamente settimana prossima. Se cercate un posto in cui gli occhi e la mente si possano completamente rilassare, senza dover stare sempre sull’attenti alla ricerca di possibili imperfezioni e sbavature, con il Boscareto avete fatto centro! Gli spazi interni e quelli esterni si equiparano per bellezza, la vista è mozzafiato e tutto è pensato per far sì che la pace regni sovrana. Qui, dagli ambienti pacati della Spa, alle suite, al ristorante La Rei, capirete che non è solo l’ossigeno a dare energie al nostro corpo!

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E prenotate una cena qui!

Quando sono arrivata a Casa Scaparone, Osteria Agricola tra i colli di Alba, sono rimasta semplicemente a bocca aperta. Pentole ammonticchiate ovunque, brocche di ceramiche che inaspettatamente compaiono in giardino, un’aria un po’ bohemienne che si respira nei tavoli apparecchiati con una semplice tovaglia di carta… Io amo queste cose! Il cibo (a km0: anche le farine sono ricavate dalle loro farine macinate a pietra!) è ottimo e si può sceglierne una degustazione o ordinare à la carte, selezionando le portate dal menù consegnato ai clienti in un numero di… Paperino! C’è particolarità ovunque, ma non si supera mai il limite dell’eccesso. Qui troverete Piemonte e Africa preparare insieme pietanze deliziose. E poi… io mi fido di un ristorante che ti serve la pasta portando direttamente la padella in tavola!

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Una dritta? A Casa Scaparone non dimenticate di fare un giro anche all’interno del ristorante, nel caso in cui cenerete in veranda, perché ci sono tanti dettagli che meritano di essere visti e osservati!

Testo e fotografie a cura di Micol Uberti

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Out of Office : un weekend in Toscana

Si mangia da Dio, nella sua provincia si trova l’unica “piazza d’acqua” esistente e lo sguardo può sconfinare nei suoi immensi paesaggi soleggiati: c’è bisogno di qualche altro buon motivo per andare a Siena?
Passare un weekend all’insegna del benessere a trecentosessanta gradi non è certo difficile qui: io ho deciso di partire per questa splendida destinazione settimana scorsa, a bordo della piccola ma molto capiente Lancia Ypsilon Unyca, per scoprire i luoghi più affascinanti da suggerirvi se voleste prendervi una pausa di evasione dalla routine dell’ufficio.

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Il primo albergo ad accoglierci è stato l’antico borgo de La Bagnaia, un magico agglomerato di case riadattate ad hotel de charme della catena Hilton, Curio collection, nelle campagne senesi, così tanto esteso da dover richiedere l’intervento dello staff che accompagna i visitatori a bordo di comodi caddy, presi in prestito dall’adiacente campo da golf facente parte della struttura, per raggiungere reception, camere e la sontuosa Buddha Spa, a 2 km di distanza.
Purtroppo, al nostro arrivo, il cielo era un po’ indeciso, ma questo non ci ha certo impedito, tra una nuvola e l’altra, di rimanere a bocca aperta di fronte alle meraviglie di questo posto incantato!

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Quando parlavo di borgo, intendevo proprio questo: presso La Bagnaia potrete fare due passi all’interno dei vicoletti rustici che vi accompagneranno al vecchio pozzo, a cancelloni in ferro battuto lavorati, agli angoli più verdi e nascosti…

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Anche il cibo è davvero delizioso, la cucina è seguito da uno chef che sa fare dei piatti tradizionali delle vere opere d’arte: il piccione con patate viola al burro alla lavanda che ho mangiato qui ha lasciato un segno nel mio cuore!
Ma da grande amante delle mandorle, devo ammettere che ciò che mangerei altre mille volte ancora è il dolce che ha proposto: una deliziosa bavarese con semifreddo di mandorle e lamponi. Una delizia infinita, non solo per gli occhi!

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Dopo aver ripreso le energie ed esserci debitamente rilassate, abbiamo fatto un giro nella splendida Siena. Ci sono alcune cose che dovete assolutamente vedere e che a me piace visitare ogni volta, come fosse la prima. Senza dubbio Piazza del Campo è uno spettacolo che ci invidia tutto il mondo: la sua forma a conchiglia è più unica che rara ed il Palio che ci si svolge ogni anno attira tantissimi curiosi.
Una particolarità meno conosciuta, però, è la piccola frazione di San Quirico d’Orcia, Bagno Vignoni. Qual è la sua caratteristica? Al centro del suo piccolo borgo (tanto per darvi un’idea, pensate che conta appena una trentina di abitanti!) si trova la Piazza delle Sorgenti: una vera e propria “piscina” di acqua termale calda!

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Forse pensare all’acqua calda, in questi giorni, non vi solletica proprio la fantasia… allora vi tiro fuori io il coniglio dal cilindro e vi dico subito qualcosa che stimolerà il vostro interesse!
Alle porte di Siena, infatti, si trova un ristorante eccezionale, in cui siamo andate per cena: si chiama Particolare ed appena arrivate capirete che lo è, di nome e di fatto!
Innanzitutto è l’unico locale toscano ad avere un tavolo riservato proprio davanti alla cucina a vista, a cui solo pochi fortunati potranno sedersi, naturalmente previa prenotazione.
In secondo luogo, non potete farvi mancare un giretto nelle varie sale del ristorante: solo così potrete notare le pareti in tufo della cantina, i bellissimi colori scelti per i complementi d’arredo, il gusto semplice ma d’impatto dei lampadari a muro, i tre camini che si intravedono già dalla strada, in prospettiva dalla vetrata principale…

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Camini? Quali camini?
Quelli rotondi, luminosi, che si intravedono (di fianco al mio riflesso… ops!) in fondo alla sala da pranzo! Non avreste detto che lo erano, vero?
Sono proprio loro che hanno ispirato il semplicissimo logo del Particolare!
Se vi state divertendo a stupirvi, allora è proprio il caso che vi fermiate per cena qui.
Il menù di degustazione che ci hanno riservato è stato davvero eccellente: ve lo avevo già accennato sul mio profilo Instagram, la passata di piselli con riso venere e calamari era davvero deliziosa…

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…ma qualcos’altro è addirittura riuscita a battere la sua bontà, per il mio palato!
Sto parlando del flan ripieno di formaggio fondente e servito con pera cotta nel Sangiovese. Era così buono che ho chiesto il bis!

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Nei piatti dello chef si ritrova tutto il sapore vivace della Toscana e nell’allegria cortese dello staff si ritrova tutta la cultura di un popolo che ama ridere e stare in compagnia.

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Oh, quasi dimenticavo! Mi raccomando, chiedete di assaggiare un calice del delizioso “Sangiovese bianco” che hanno in carta qui: sentori di prugne, sapori armoniosi e inaspettati si apriranno al vostro palato!

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L’indomani mattina, dopo una colazione rapida che ho voluto godermi nel gazebo di fianco alla mia splendida stanza, siamo ripartite alla volta di Firenze.
Qui, una tappa nel centro benessere Asmana era assolutamente d’obbligo!
Soprattutto per me, che amo tantissimo il mondo luccicante e ridondante dell’India e dell’Oriente: qui tutto l’arredamento proviene da queste terre lontane e ogni dettaglio parla di lusso e di quiete.

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Anche i luoghi più ispirati alla campagna mi sono piaciuti moltissimo: primo fra tutti la Stanza del Fieno, in cui sono andata a riposare un pochino dopo aver ricevuto un massaggio Lomi Lomi molto rilassante e dentro alla quale si respira un profumo a cui sono molto affezionata.

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Mi è dispiaciuto parecchio di non esser riuscita a sperimentare anche uno dei tanti rituali che Asmana propone all’interno della loro particolarissima Wine Sauna, il cui corpo centrale e il soffitto sono ricavati dai legni di vecchie botti di vino…

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…ma per noi era già ora di ripartire nuovamente, per avvicinarci a casa.
Rientrando a Milano, abbiamo infatti spezzato il viaggio rascorrendo la notte nel romantico Villino di Porporano, un piccolo bed and breakfast che si nasconde tra le vie di un piccolo comune di Parma. Passando per la strada non direste mai che al di là di quelle mura si trova un luogo simile! Sembra di entrare in una favola!

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La colazione ha tutto il sapore dell’accoglienza emiliana: è la proprietaria a preparare il caffè, le torte e tutte le prelibatezze che propone!

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La cosa che mi è piaciuta di più di questo assaggio del Centro Italia?
L’aver ritrovato famigliarità, seppure in forme diverse, in ogni luogo in cui sono stata.
La cosa che mi è piaciuta di meno? L’essere tornata a Milano!
Ma ehi, lo dice Tiziano, con il ritorno inizia un altro viaggio, giusto?
E così, dopo una manciata di giorni, ero già pronta a ripartire…
Troverete venerdì prossimo il mio racconto del tour delle Langhe!
Buon weekend!

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Testo a cura di Micol Uberti
Fotografie a cura di Micol Uberti e Franca Bergamaschi

Si ringraziano
i Rocchi Cashmere (poncho bianco latte e beige)
Lancia Auto
Kiabi (shorts optical)

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Nespresso a Vinitaly: quando il caffè si serve in calice… e si mangia!

Andare a Vinitaly e bere solo caffè.
Sì, lo so che sembra il colmo, soprattutto per me poi, che amo il vino e lo dico apertamente… però a volte bisogna saper accogliere le novità e le diversità, che poi è sempre ciò che ci arricchisce di più.
Un brindisino con prosecco e sciroppo aromatico (al mango per me) ci è scappato, dal momento che oggi è il compleanno della Franca, ma poi ci siamo esclusivamente dedicate al mondo Nespresso.
Tutta mattina a bere espresso a non finire? Naturalmente no!
Però chi avrebbe immaginato che potesse essere una bevanda da pasteggio esattamente come il vino?
Provate ad aprire la mente e ad immaginare un nuovo modo di consumare il caffè…
Fantasticate, provate a pensare come starebbe bene in un contesto salato.
Non ci riuscite proprio? Nessun problema, è già intervenuto Andrea Berton, rinomato chef che ha fatto guadagnare due stelle Michelin nel 2008 e 2009 al Trussardi alla Scala.
Lui ha preso il caffè e ne ha fatto risotti e capesante.
Detta così suona male, magari, ma al palato invece l’abbinamento sarà molto gradito!

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Risotto con lime, caffè e pestato di capperi

 

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Capasanta cotta nel caffè, su letto di crema di broccoli e topping di patata soffiata

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Cannolo di cioccolato fondente con ripieno di crema al caffè

Fotografie a cura di Micol Uberti

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Manolo Blahnik – The Art of Shoes

Se siete tra quelli che pensano che le scarpe servano semplicemente per camminare, avete tempo fino al 9 aprile per ricredervi.
E non parlo sia a uomini sia a donne a caso: la mostra The Art of Shoes che ha luogo a Milano fino alla data sopra citata e che comprende anche parecchi disegni e bozzetti di progettazione, è proprio uno spettacolo che non ha che fare solo con la proverbiale fissazione di noi femminucce per le scarpe, è qualcosa che va ben oltre le sole linee e moda.
Si parla di cultura, di Italia e di arte.
Manolo Blahnik, stilista spagnolo autore e creatore di tutte le opere esposte, è infatti da sempre legato visceralmente al nostro Paese, tanto da lasciarsi influenzare in maniera più che evidente nei suoi prodotti.
La meravigliosa cornice delle sontuose sale di Palazzo Morando rendono poi l’atmosfera ancora più ricca di sfarzo e ricerca di stile, lasciando a bocca aperta gli spettatori più di quanto avrebbero pensato.

Per informazioni consultare http://www.arthemisia.it/

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Fotografia a cura di Micol Uberti

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