Ehi food lovers! Volete catturare l’attenzione? Assecondate la PIGRIZIA!

Forse cominciare con un titolo così vi avrà fatto balenare in testa un miliardo di opzioni…
“Di cosa starà parlando? A cosa si riferirà?” E soprattutto…
“Questo articolo mi suggerirà qualche cosa di utile?”
Bene, ecco fatto. In effetti ho catturato la vostra attenzione.
E in che modo l’ho fatto? Ne sono certa, nessuno di voi vorrà ammettere esplicitamente che è pigro, ma…
La verità è che questo titolo vi ha attirato proprio per questo, invece:
sperate di trovare l’elemento segreto che costituisce la chiave del successo di una fotografia food.
Poco importa se fotografate cibo per lavoro o per raccontare una serata tra amiche o con il partner.
Ottimo, allora cosa aspettiamo?
Parliamone!

IN CHE SENSO PARLIAMO DI PIGRIZIA?

Arance, food photography

Scatto realizzato per Arancia Poggio Pizzuto – gennaio 2021

Ne parliamo a doppio senso.
Non c’è nulla di cui vergognarsi, fa parte di ognuno di noi e prima ce ne accorgiamo, prima la possiamo utilizzare a nostro favore.
Lo sapete, prima di dedicarmi unicamente alla fotografia sono stata una blogger per 7 lunghi anni e vorrei aver avuto qualcuno che mi desse questo consiglio:
tanto noi quanto chi segue i nostri social (business o privati che siano) siamo pigri.
Noi cerchiamo di creare il miglior contenuto possibile nel minor tempo possibile.
“Loro” cercano di ricavare più informazioni possibili nel modo più semplice possibile.
In un certo senso siamo sulla stessa lunghezza d’onda!
Ok, d’accordo, ma questo principio come lo sfruttiamo in fotografia?

PIU’ INFORMAZIONI CONTIENE UN’IMMAGINE, PIU’ E’ SNELLA DA “LEGGERE”

Insalata con pesche, food photography

Scatto realizzato per MD supermercati – agosto 2021

Per “informazioni” all’interno di un’immagine, intendiamo semplicemente gli elementi visivi che ci restituiscono un’idea, un concetto…
nel caso del food: un sapore, una sensazione.
Nella foto proposta, ad esempio, volevo puntare sulla freschezza.
Si tratta di uno scatto pensato per essere proposto in estate, in cui i colori caldi e intensi fanno parte naturalmente di ciò che ci circonda, mentre la freschezza è invece ciò che tendenzialmente ricerchiamo, soprattutto in agosto, quando siamo sopraffatti da due mesi di afa crescente.
Ecco perché ho scelto di dare ampio spazio alla pesca.
Tutto questo è il processo mentale che avviene nel fotografo, che sceglie arbitrariamente come proporre il proprio soggetto e che quindi razionalizza tutta questa gamma di decisioni per poi trasformarle in azione concreta, modellando il set a proprio piacimento.
Chi osserva una foto, però, tutto questo non lo sa… eppure riesce a percepirlo.
Soprattutto se questa strategia viene utilizzata con saggezza e senza creare un’immagine confusa e sovraccarica…

PUNTATE SU UN ELEMENTO E RIPROPONETELO IN VARIE FORME

Muffin alle mele e cioccolato, food photography

Scatto realizzato per Il Cibo secondo Micol – 2018

Credetemi, questo suggerimento vi cambierà la vita.
Sarete più snelli nel lavoro e creerete con poco delle fotografie estremamente armoniose.
Scegliete un elemento della fotografia sul quale puntare di più.
Quello che restituisce più chiaramente il sapore che volete che emerga o quello che più intensamente richiama il mood che volete esprimere.
Selezionatelo e proponetelo nello stesso scatto ma sotto forme diverse.
La mela: intera, ma anche sbucciata, all’interno dello stesso scatto.
Tornate ad osservare le foto precedenti: la pesca, proposta in taglia diversi. Metà, un quarto, un ottavo.
Le arance, con quelle ho fatto altrettanto!
Se mostrate lo stesso elemento visto da più “punti di vista”, sarà molto più facile per il cervello dell’osservatore andare a ripescare nella memoria tutte quelle informazioni che si associano a sapori, esperienze e sensazioni. Assicurato!
E la cosa più bella di questa strategia è che si può mettere in atto sempre.
Non ci credete?

UNA STRATEGIA COMODA E SEMPRE ATTUABILE

Capunsei, gnocchi di Mantova, food photography

Scatto realizzato per Il Cibo secondo Micol – Castellaro Lagusello (MN), agosto 2020

Mettete una gita fuori porta, un caldo soffocante e una fame mostruosa dopo aver camminato per ore alla scoperta di un borgo meraviglioso,
su e giù per le salite delle strade collinari di una piccola frazione di Monzambano.
Mettete la voglia di scoprire un nuovo sapore, quello dei capunsei tipici di quella zona.
Ma mettete anche la voglia di raccontarlo a chi non era lì presente!
Beh, tanto è bastato: una foto a campo molto stretto, uno di questi gnocchi morso per metà così da lasciar intravedere anche le fattezze al suo interno e voilà.
Il racconto di gusto è servito.
Si capisce immediatamente che la consistenza di questo piatto ricorda molto quello dei canederli, perciò verosimilmente non sarà omogeneo e “liscio” al tatto in bocca, si capisce che le erbe la fan da padrona non solo nel condimento, che non contengono un ripieno, ma che l’impasto è variegato e che con ogni probabilità sono vegetariani perché non si vede traccia di carne.
Il riscontro da chi ha visto la foto? Eccolo QUA!

Quello che mi affascina molto dell’arte fotografica, tra tanti aspetti, è comprendere quanto profondamente si leghi con la psicologia.
Pensare che una foto sia ben fatta senza valutare questa peculiarità, sarebbe incredibilmente limitante.
E diciamolo, mentre si creano scatti immaginando come li interpreterà chi li guarderà, non si fa forse un viaggio all’interno anche della propria testa e della propria sfera di significati?

Approfondimenti e lezioni tailor made disponibili!
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Pere allo zafferano e speck

Stanchi di vedere le pere nel solito risotto oppure cotte nel classico vino rosso? Vi capisco, è proprio per questo che ho cercato di inventarmi una buona (anzi, buonissima!) alternativa! Le pere abate si prestano molto bene anche ad essere cotte nel vino bianco ed essere speziate con lo zafferano: se poi ci aggiungete una nota di sapidità e croccantezza con una cialda di parmigiano e dello speck saltato in padella, il risultato è assicurato!

Non sono solo bellissime da vedere, ma anche incredibilmente buone nonostante gli abbinamenti insoliti. Provare per credere!
Se siete un po’ scettici, è proprio il momento giusto per dare una chance a questa ricetta… e se non lo siete meglio ancora, l’ispirazione è nelle vostre mani!

Pere allo zafferano con cialda di parmigiano e speck croccante

Ecco a voi gli ingredienti per realizzare 2 pere:

  • 2 pere abate non eccessivamente mature;
  • 300 ml di vino bianco fermo secco;
  • 3 cucchiaini di zucchero bianco;
  • mezza bustina di zafferano;
  • 100 g di speck in fiammiferi;
  • 1 cucchiaio di parmigiano grattugiato.

Procediamo in questo modo:

  1. Partiamo dalle pere, che sbucciamo accuratamente. Scegliamo poi se tagliarle a metà verticalmente o se lasciarle intere. Nel primo caso cuociono più velocemente ed è necessario privarle anche del torsolo.
  2. Poniamo il vino e lo zucchero in un pentolino e portiamo ad ebollizione ma appena si arriva al punto di bollore, abbassiamo la fianco e aggiungiamo le pere. Le giriamo di tanto in tanto, lasciandole cuocere per una decina di minuti.
  3. Nel frattempo, oliamo leggermente un foglio di carta forno adagiato su una leccarda, mentre lasciamo scaldare in forno a 200°. Stendiamo poi il parmigiano e lo lavoriamo con il dorso del cucchiaio, appiattendolo e dando così la forma desiderata. Quando il forno è pronto, possiamo inserire la leccarda e lasciar cuocere per 5 minuti esatti.
  4. Passati i primi 10 minuti di cottura delle pere, aggiungiamo lo zafferano, facendo attenzione a spargerlo nel vino, così da stemperarlo adeguatamente e in maniera uniforme. Facciamo cuocere altri 10 minuti circa. Un trucchetto per capire se le pere sono pronte, è osservare la parte più sottile (ovvero quella più vicina al picciolo): se comincia a diventare trasparente, significa che possiamo togliere le pere dal pentolino.
  5. Quando le cialde di parmigiano saranno pronte, le tiriamo fuori dal forno e le lasciamo riposare su una griglia di raffreddamento così che si induriscano alla perfezione. Nel mentre, facciamo saltare in padella lo speck con appena l’aggiunta di un cucchiaino di olio d’oliva.
  6. Servite adagiando per prima la cialda di parmigiano, sovrapponendovi le pere e guarnendo con lo speck.

Questa ricetta è priva di lattosio, perché il parmigiano non ne contiene per sua natura. Se preferite un sapore più deciso e altrettanto delattosato all’origine, potete optare per il gorgonzola e farne una fonduta su cui adagiare le pere!


Testo, ricetta, styling e fotografia
a cura di
 Micol Uberti
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Spigola con crema di kiwi

Avete mai preso in considerazione il connubio frutta e pesce?
In realtà è un trend che sta prendendo sempre più piede nei ristoranti e nelle cucine, ma a volte accade che la scelta ricada solo su alcuni ingredienti e non si lasci la fantasia libera di galoppare.
Oggi vi propongo una ricetta che vede protagonisti due elementi che ho sempre amato, sin da bambina.

Questo è il periodo in cui si avvicinano le feste e se è vero che il pranzo di Natale è tradizionale e non si osa mai troppo a tavola, è vero anche che le festività portano con sé anche cene improvvisate tra parenti, amici che passano a salutare e fare gli auguri, insomma… non è certo il periodo giusto per farsi trovare impreparati e con il frigo vuoto!
Ma se avete voglia di sperimentare qualcosa di diverso con i vostri ospiti e servir loro qualcosa che non avranno quasi certamente mai assaggiato, questo articolo fa al caso vostro. E inoltre… è davvero light!

Filetti di spigola (o branzino) con crema di kiwi giallo

Per 2 porzioni, avrete bisogno di:

  • 2 filetti di spigola fresca;
  • 2 kiwi gold maturi;
  • qualche foglia di menta fresca;
  • un cucchiaino scarso di olio di semi di mais;
  • qualche goccia di limone;

Procediamo nella seguente maniera:

  1. Adagiamo i filetti su una leccarda con carta forno e li spennelliamo accuratamente con olio d’oliva;
  2. li inforniamo in forno statico preriscaldato a 180° per 15 minuti.
  3. Sbucciamo i kiwi e li tagliamo a metà per il lungo e li sistemiamo nel bicchiere nel frullatore ad immersione, insieme al cucchiaino di olio di semi di mais e al succo di limone.
  4. Frulliamo tutto e lasciamo riposare.
  5. Una volta terminata la cottura del pesce in forno, distribuiamo la crema di kiwi sul fondo dei piatti e adagiamo sopra i filetti caldi e guarniamo con qualche fogliolina di menta fresca a piacere.

Il tocco in più? Cospargere di semi di papavero la spigola, prima di cuocerla: sarà piacevole ritrovare una piccola nota di croccantezza nel piatto!


Testo, ricetta, styling e fotografia
a cura di
 Micol Uberti
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Crema vegana al nettare di mirtilli

Spesso mi sono ritrovata a parlare di cucina con amiche e parenti.
Beh, certo, è normale… e altrettanto spesso mi sono ritrovata a capire che uno degli aspetti che più scoraggiano tante persone ad approcciarsi a questo meraviglioso mondo è quello dell’ipotetica difficoltà della preparazione delle ricette.
“Ci si mette troppo tempo”… “No, non sono proprio capace”… “Non ho pazienza”… e così mi rattristo al pensiero che in molti si neghino la possibilità di creare piatti deliziosi solo per paure spesso infondate.
Parliamoci chiaro, a volte è davvero complicata la faccenda: tanto per dirne una, i macarons non sono una passeggiata e ci sono preparazioni di pasticceria in cui sbagliare la pesa di un paio di grammi significa compromettere la riuscita dell’intera ricetta.
Ma, se vi fidate di me, sono qui apposta per dirvi che moltissime cose si possono rendere ben più semplici di quanto pensiate ed oggi vi servirò su un piatto d’argento la prova che è proprio così!

La crema vegana al nettare di mirtillo è una vera e propria furbata: deliziosa, sana, light e facilissima da preparare.

Una delle cose più golose che si trova nell’ambito dei dolci è senza dubbio la crema. Di qualunque tipo sia, già a pensare alla consistenza ci si sente un po’ appagati! Solo che alle volte non si ha modo di mettersi a filtrare i frutti per estrarne il succo e fare vari passaggi che, obiettivamente, richiedono un bel po’ di tempo. E allora? Volete davvero depennare dalla vostra lista di voglie da soddisfare la voce “crema”? Io dico di no!
Se prendete un succo di frutta di buona qualità, vedrete che risultato!
Io l’ho fatto con nettare di mirtilli ma si può fare con qualsiasi succo di frutta, di qualsiasi tipo, anche i mix. Magari fate attenzione ad aggiungere un paio di grammi di addensante in più nel caso in cui sia un succo molto liquido come ad esempio quello di ananas!

Per ottenere 4 bicchieri di crema al succo di frutta, o il quantitativo per farcire una crostata di 24 cm di diametro, vi occorre:

  • 150 ml di succo;
  • 50 g di zucchero (se il succo è privo di zuccheri aggiunti, potete aggiungerne anche un cucchiaio in più);
  • dai 25 ai 50 g di fecola di patate o maizena (la quantità dipende da quanto volete che sia consistente la crema… nel caso in cui vogliate farcire una crostata, vi suggerisco di restare un po’ indietro e aggiungere successivamente 125 ml di panna fresca montata);
  • 150 ml di acqua.

Il procedimento è semplice e veloce e avrete bisogno solamente di una frusta manuale e un pentolino:

  1. Come prima cosa, ponete nel pentolino lo zucchero, l’amido – o la fecola – l’acqua e il succo e mescolate accuratamente per far sì che non si formino grumi.
  2. Trasferite su fuoco medio e quando comincia ad addensarsi il tutto, spegnete il fornello e continuate a mescolare con la frusta fino ad ottenere un composto omogeneo.
  3. Coprite e lasciate raffreddare per circa 30-40 minuti prima di utilizzare la crema.

Vi viene in mente qualcosa di più semplice di così?
A me no!
Io ho guarnito i miei bicchierini con i bacetti di meringa che ho preparato insieme a voi in QUESTO articolo, voi quale alternativa proporreste?


Testo, ricetta, styling e fotografia
a cura di Micol Uberti

Fotografa la tua bowl esotica!

Qualche giorno fa vi ho domandato, attraverso le mie stories Instagram, se vi sarebbe piaciuto che creassi una rubrica all’interno della quale trovare dei suggerimenti per ricreare a casa vostra dei piatti super instagrammabili e per fotografarli al meglio con il vostro smartphone.
L’entusiasmo con cui mi avete risposto (in moltissimi, per giunta!) mi ha fatto capire che era proprio giunto il momento di lanciarsi in questa nuova avventura.
E così…

Benvenuti in #ilBelloDelCiboSecondoMicol!

Quella che vi propongo oggi è una splendida bowl vegana, molto semplice da realizzare, i cui colori sono super estivi e naturali.
Per prepararla sarà sufficiente frullare 2 banane mature con mezzo mango.
Separatamente pelate e affettate metà kiwi, tenete a portata di mano un cucchiaio di semi di chia, l’altra metà del mango ridotta a cubetti e una manciata di scaglie di cocco disidratate. Non sapete dove comprare queste ultime? Potete sempre ripiegare su una confezione di muesli che le contenga!

La prima cosa da fare, che è il primo step in qualsiasi cosa vogliate realizzare con gusto estetico, è osservare gli elementi che avete di fronte. Io sono una fan degli styling minimal e geometrici ma asimmetrici, sono rare le volte che esco dal seminato. Perciò decido che voglio disporre la frutta a pezzi solo da un lato della bowl.
Come procedere, una volta versato lo smoothie di banana e mango?
Dagli elementi più grandi a quelli più piccoli!
Posiziono, per prime, le fette di kiwi. Per la grandezza della mia bowl ne bastano 3. Le sovrappongo leggermente perché non amo vedere troppi spazi vuoti tra elementi simili. Come seconda cosa, procedo con il posizionare i cubetti di mango, diminuendo la quantità mano mano che mi allontano dalle fette di kiwi: è così che ottengo una mezzaluna molto piacevole da vedere, che arriva a poco più della metà della circonferenza della ciotola!
A questo punto, procedendo verso il centro della bowl, dispongono le scaglie di cocco: abbondare è d’obbligo qui!
Per completare “il giro” della bowl, cospargo di semi di chia il bordo opposto della bowl e… voilà! Ottengo, così facendo, una cornice di elementi che lascia spazio allo smoothie, come una finestra di dolcezza!

Ora è tempo di scattare! In casi come questo, senza dubbio la scelta migliore è il flatlay: per il tipo di fotocamera di cui sono disposti i cellulari, se vogliamo minimizzare il rischio di distorsioni prospettiche, scattare dall’alto è strategico.
Sia che vogliate rispettare la regola dei terzi ed avere una fotografia decentrata, sia che vogliate avere il soggetto al centro esatto dello scatto, non state mai troppo vicini a ciò che state ritraendo. Solo così eviterete di farvi ombra, rovinare la composizione o ottenere immagini “allungate” da una parte piuttosto che dall’altra.
Lasciatevi un po’ di margine, un po’ di spazio vuoto ai bordi.
Tanto poi, si può sempre tagliare, no?
Se non credete a quello che vi dico, guardate con i vostri stessi occhi il confronto tra questi due scatti. Stessa inquadratura, stesse condizioni di luce, stessa prospettiva, strumenti diversi.
Notate qualche sostanziale differenza, a parte la profondità dei colori?
No, nessuna! Se mi aveste visto scattare, però, vi sareste resi conto che quella scattata con il telefono (cioè la seconda), è stata fatta con una distanza maggiore tra soggetto e fotocamera.

C’è un’ultima regola fondamentale, in questi casi: sperimentare e divertirsi, sono l’ingrediente segreto di un buon risultato!
Provate a scomporre le composizioni che avete creato, a cambiare posizione agli oggetti, a “disfare” i piatti. Vedrete quanta ispirazione ne trarrete! Vi lascio ai miei scatti (in questo caso realizzati con reflex), sperando di far fiorire la vostra fantasia 🙂

Se avete apprezzato questo articolo, lasciatemi un commento e cominciate a seguire il mio profilo Instagram: troverete tante altre fotografie da cui prendere spunto per realizzare le vostre!


Testo, ricetta, styling e fotografia
a cura di Micol Ubert
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Il nuovo sapore di Hard Rock Cafe

Alzi la mano chi non amerebbe pensare a uno scenario paradisiaco come quello che si ottiene sommando un hamburger gustosissimo, una vista magica su una dei bacini più suggestivi della bella Venezia e una miriade di cimeli di rock band tutte intorno a voi.
Per me è la ricetta perfetta per la felicità eterna!

Ma a proposito di ricette, sapevate che quest’anno, in occasione del suo quarantottesimo compleanno, Hard Rock Cafe ha deciso di rinnovare in grande stile il suo menù (facendo anche un po’ di sana beneficenza)!?

Eccovi svelato il motivo per il quale, venerdì scorso, ho preso il treno e sono andata in questa città: per assaggiare in anteprima le delizie che hanno creato per la loro fedelissima clientela!
Passiamo un po’ in rassegna cosa vi aspetta se andate a trovarli?
Primo fra tutti, per rispetto nei confronti del Re del menù, dobbiamo cominciare dal fantastico 24-Karat Gold Leaf Steak Burger.
Già il suo nome altisonante la dice lunga su di lui ed è giusto che sia così: stiamo parlando infatti niente meno che del primo panino leggendario con al suo interno 227g di steak burger di qualità impeccabile, una voglia d’oro da 24k, cheddar e pomodoro. Tanto semplice quando indimenticabile, mi viene ancora l’acquolina in bocca a pensarci! Ma la caratteristica più buona di questo burger, deve ancora venire: parte del ricavato che viene ottenuto dalle sue vendite, infatti, viene devoluto ad Action Against Hunger per la lotta contro la fame nel mondo. Un ottimo motivo in più per non farselo mancare a tavola, se andate in Hard Rock Cafe!

Se questa è solo una delle novità del menù, potete immaginare le altre 19… eh sì, perché c’è veramente da perdersi nella nuova carta, che vanta anche delle proposte vegetariane, come ad esempio il Moving Mountains Burger (io ho provato anche quello e devo dire che è eccezionale, non ha nulla da invidiare ai panini che contengono carne!) in cui un enorme anello di cipolla è il grande protagonista.
Se invece siete tra i fan del pulled pork, che è una novità culinaria che sta conquistando il cuore di moltissime persone, è bene che sappiate che da HRC c’è una news che fa proprio al caso vostro: il BBQ Pulled Pork Sandwich è lì che vi aspetta, in compagnia di fagioli in salsa ranch.
Veramente riuscite a desiderare qualcosa di meglio?

Ora però lasciatemi abbandonare un attimo le portate principali.
Lasciatemi prendere fiato ed inchinarmi di fronte a ciò che più di tutto mi ha rubato il cuore, ciò che mi ha fatto brillare gli occhi, ciò che mi ha fatta fare un saltino di gioia battendo le mani per la felicità:
signore e signori, i Milkshake.
E soprattutto, signore e signori: i milkshake alcolici.
Eh sì perché tanto la base del Cookies ‘n’ Cream quanto quella dello Strawberry Cheesecake possono essere fatte con una cremosa base alla vodka alla vaniglia.
Sia nel primo caso sia nel secondo, il risultato è una bomba.
Perfettamente si sposa con gli Oreo (oddio, gli Oreo… quanto li amo…) e il cioccolato bianco del Cookies ‘n’ Cream e altrettanto alla grande si combina con i sapori fruttati dello Strawberry.

Ci sarebbe ancora un elenco chilometrico di cose che potrei dirvi per farvi venire voglia di andare di corsa da Hard Rock Cafe: potrei dirvi che ci si perde ad ammirare tutti i “trofei” rock che si trovano appesi alle pareti, che se volete cominciare nel migliore dei modi la vostra cena vi suggerisco di assaggiare la Spinach & Artichoke Dip (crema di pecorino, cheddar, spinaci e carciofi) per accompagnare le vostre tortillas. Potrei dirvi che è impossibile non fare una capatina in questi ristoranti se ci passate vicino, perché il loro stile e la loro fama sono sufficienti a prendervi e tirarvi dentro con forza senza che neppure ve ne rendiate conto…
Ma so anche che tutto questo non è necessario, perché sarete voi a scegliere in un batter d’occhio di mangiare qui: basta guardare le foto e dar retta allo stomaco che si apre!


Testo e fotografia a cura di Micol Uberti
Articolo realizzato per Hard Rock Cafe Venezia

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Focaccia integrale con patate viola

Io? Se mi viene detta la parola “merenda”, io penso subito a qualcosa di semplice!
Forse saranno i ricordi legati all’infanzia, alla focaccia alle olive dopo la lezione di danza moderna… O forse sarà che già solo il pronunciare il suo nome riempie le guance e mette allegria… Fa venire in mente un sacco di altre parole buffe: linguaccia, boccaccia…
Sì sì, non c’è dubbio: è la protagonista indiscussa delle pause pomeridiane e se viene preparata in casa, c’è ancora più gusto!

La focaccia integrale con patate viola è piena di energia e sapore, ma rimane abbastanza discreta da poterla accompagnare con un salume. Io ho scelto il prosciutto cotto, ma si sposa benissimo anche con lo speck!

Per preparare una focaccia integrale con patate viola per 4 persone, avrete bisogno di:

  • 300g farina integrale;
  • 200g farina Manitoba;
  • 300g patate viola;
  • 1 panetto di lievito di birra fresco (oppure 1 bustina di lievito di birra in polvere);
  • 2 cucchiai di olio di oliva;
  • mezzo bicchiere di acqua tiepida;
  • sale q.b.

Come procedere? Prendendo una ciotola di vetro piuttosto ampia e…

  1. Cominciate con il lessare le patate in abbondante acqua salata in una pentola e con lo stemperare il panetto di lievito in pochissima acqua tiepida. Se avete scelto di utilizzarlo in polvere, naturalmente, saltate questa parte di passaggio.
  2. Nel mentre, versate nella ciotola e mescolate le due farine tra loro: in questo modo saranno miscelate al meglio ed avrete preventivamente eliminato i grumi.
  3. Una volta pronte le patate, sbucciatele e schiacciatele bene con una forchetta. Aggiungetele alle farine e mescolate fino ad ottenere un composto di consistenza sabbiosa. Ci vorranno circa 5 minuti di lavorazione, perché la patata inizialmente tenderà ad agglomerarsi, ma se la separate utilizzando la forchetta di taglio, vedrete che tutto andrà a meraviglia!
  4. Se avete scelto di utilizzare il lievito in polvere, è il momento giusto per aggiungerlo al composto. Mescolate un altro po’ e uniformatelo al resto.
  5. Aggiungete olio e sale e cominciate a lavorare il composto con le mani.
  6. Se avete scelto di utilizzare il lievito in panetto e lo avete correttamente stemperato in acqua tiepida, è il momento giusto di aggiungerlo all’impasto. Lavorate il composto a mano.
  7. Aggiungete l’acqua tiepida e continuate ad impastare fino a quando non avrete ottenuto una pallotta liscia ed elastica. A questo punto lasciatela in lievitazione almeno 3h, senza spostarla dalla ciotola e coprendola con un panno.
  8. Trascorso questo tempo, versatela in una teglia unta (io l’ho utilizzata quadrata da 24cm ma anche tonda va benissimo, naturalmente! In termini di riuscita, non cambia nulla!), pigiate il composto con delicatezza perché ne ricopra tutta la superficie e lasciate lievitare per altri 30 minuti.
  9. A questo punto, create delle fossette su tutta la focaccia, utilizzando i polpastrelli, e spennellatene accuratamente tutto il dorso con un’emulsione composta da 3 cucchiai di acqua e 3 di olio. Aggiungete sale marino grosso e via, in forno per tre quarti d’ora in forno statico a 200°!
    Vedrete che in cottura sprigionerà un profumo a cui non riuscirete a resistere…

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La focaccia integrale con patate viola può essere anche arricchita con qualche erba aromatica come ad esempio il rosmarino, oppure perché no, con del peperoncino.
Potete presentarla come antipasto per una cena tra amici, magari legandone due fette con dello spago come vi ho proposto io nelle foto! Adagiata sul piattino di ogni commensale, renderà subito la vostra tavola un tripudio di gioia e gusto.
E’ un’ottima idea anche da portare con sé a lavoro o merenda, ma fate attenzione perché vorranno rubarvela tutti!

 

Testo, ricetta, styling e fotografia
a cura di Micol Uberti

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Ciambellone goloso

Come concludere in grande stile questo viaggio di sapori che ci ha accompagnato in questi giorni insieme a Lidl?
Con un soffice e golosissimo ciambellone, che in tutta la sua semplicità riempie la cucina di profumo e il palato di gusto.
Prepararlo sarà un’impresa molto facile e soprattutto veloce…
ma finirlo una volta in tavola, lo sarà ancora di più!

Un dolce perfetto per chiudere il pranzo in famiglia o per accompagnare i dolci momenti della giornata della merenda e della colazione

Per preparare questo morbido ciambellone goloso avrete bisogno di:

  • 220 g farina per dolci
  • 200 g zucchero semolato
  • 100 g burro
  • 1 bicchiere di latte a temperatura ambiente
  • scorza grattugiata di mezzo limone grande
  • 1 fialetta di aroma di vaniglia
  • 4 uova medie a temperatura ambiente
  • 10 g di lievito vanigliato

Come procedere? Seguite passo passo i miei consigli:

  1. Lavorate a crema, in una planetaria o in una bastardella utilizzando fruste elettriche, il burro ammorbidito a temperatura ambiente e lo zucchero semolato (se fate fatica potete cominciare ad aggiungere parte del latte);
  2. Quando il composto appare liscio, aggiungete la vaniglia, la scorza di limone, le uova e montate il composto continuando con le fruste;
  3. Aggiungete ora la farina e il lievito, avendo cura di setacciarli attentamente;
  4. Imburrate uno stampo per ciambelle da 22 cm di diametro (io ho utilizzato quello che potete trovare negli store Lidl in questi giorni!) e infarinatela. Contemporaneamente scaldate il forno a 170°;
  5. Cuocere il ciambellone per 50 minuti in forno statico, sfornare e lasciar raffreddare.
  6. Una volta a temperatura ambiente, potete fare come me: riempire il buco centrare con golosissimi ovetti di cioccolato, praline, marshmallows ed ogni dolce che vi viene in mente! Sarà ancora più divertente tagliarlo con la famiglia!

Volete aggiungere un tocco in più?
Create una leggera ghiaccia mescolando il succo di mezzo limone con 200 g di zucchero a velo e un albume d’uovo: versate il liquido sulla parte alta del dolce e lasciate che coli sui lati.
Si solidificherà in una mezz’oretta di tempo e il risultato sarà impeccabile!

Per gli amanti del cioccolato, non c’è nulla da temere: questo dolce si può infatti glassare con il cacao.
E’ possibile anche tagliarlo a metà per il verso orizzontale e farcirlo con una deliziosa crema al mascarpone, magari aromatizzata alla fragola.
Qualunque sia la vostra scelta, vi auguro un indimenticabile pranzo e…

Buona Pasqua!

Testo, ricetta, styling e fotografia
a cura di Micol Uberti

Abito stile charleston by La Fée Maraboutée
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Insalata di carciofi e mandorle

In questi giorni vi proporrò qualche ricetta di Pasqua in collaborazione con Lidl e, come ogni pranzo che si rispetti, oggi parto proprio dall’entrée!
Ieri abbiamo fatto insieme la spesa da loro, come potete vedere nelle mie Stories in Evidenza di Instagram, ed ora sono qui a raccontarvi il primo dei 3 piatti che ho pensato di creare.

Certamente nulla vi vieta di servire questa insalatina anche come side dish, soprattutto visto e considerato che i suoi sapori si accompagnerebbero molto bene a quelli del piatto principale che vi racconterò domani…
Con questo antipasto porto sulle tavole un classico simbolo della primavera: il carciofo.
Quando ero piccola non lo amavo per niente e cercavo di inventarmi sempre qualche scusa vagamente plausibile per evitarlo, quando la mamma lo proponeva per cena.
Oggi invece lo apprezzo moltissimo e spero che possiate farlo anche voi in questa versione cruda e delicata!

Si tratta di una ricetta vegana, dal sapore fresco e che sorprende con la croccantezza delle mandorle

Per preparare questa mini salad avrete bisogno di:

  • 3 carciofi di media grandezza 
  • una manciata di mandorle californiane sgusciate
  • 200 g di insalata amara
  • 1 limone grande

Come procedere? In un modo davvero semplicissimo!

  1. Pulire accuratamente i carciofi, tagliarli in quarti e immergerli subito in acqua fredda con succo di limone per evitare che anneriscano;
  2. Spezzettare le mandorle grossolanamente e tenerle da parte;
  3. Pulire e asciugare accuratamente l’insalata;
  4. Scolare con attenzione i carciofi, unirli all’insalata e le mandorle;
  5. Irrorare il tutto con il rimanente succo di limone e mescolare abbondantemente.

Se avete voglia di creare una versione vegetariana, potete aggiungere qualche scaglia di grana: è ottima con i sapori che troverete in questo piatto!
E se pensate che questa insalata sia solo un modo gustoso di aprire le danze del pranzo di Pasqua… La state sottovalutando! Il carciofo, unitamente al limone, ha proprietà specifiche che favoriranno la digestione.

Testo, ricetta, styling e fotografia
a cura di Micol Uberti
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Il tesoro segreto delle cipolle rosse

Non saprei rinunciare all’allegria che mi mette il suo colore.
Vederne una decina raggruppate in una cesta sul pianale della cucina mi fa venire subito voglia di preparare un piatto di pasta fumante, riempiendo la casa di profumo di soffritto.

Non saprei rinunciare neppure al suo sapore, così unico e inconfondibile…
La cipolla rossa, una meraviglia tutta italiana, non dovrebbe mai mancare sulle nostre tavole. Per molte più ragioni di quante possiate pensare.

Impariamo a conoscerla, il piacere sarà tutto nostro

Sa impreziosire un sugo, ma sa sposarsi benissimo con tanti altri cibi.
Il suo sapore è la nota di carattere in molte ricette e mentre la mangiamo, godendo della sua bontà, non sappiamo probabilmente che è anche una preziosa alleata per la nostra salute. Amo sedermi a tavola per piacere ma anche conoscere le proprietà di ciò che portiamo alla bocca, perché mangiare bene significa soprattutto consapevolezza.
Se pensate, ad esempio, che potassio e selenio si trovino solo nelle patate e non ne potete più di andare avanti a purè, è giunto il momento di sapere che questi importanti elementi li trovate anche nelle cipolle rosse!
Capita di non soffermarsi a pensare al modo in cui questo genere di informazioni possano effettivamente avere un riscontro pratico, io non l’ho fatto per anni ma da quando ci ho riflettuto su, un po’ di cose sono cambiate.
Credete all’effetto decongestionante di una zuppa di cipolle con limone, zenzero, peperoncino e alloro? Il raffreddore sparisce molto prima!
Non per magia, non per miracolo. Ma semplicemente perché le protagoniste di questo articolo hanno potere diuretico e antinfiammatorio. Se unite le due cose, è facile capire quanto siano una manna dal cielo nell’aiutarci a liberarci dei batteri!
Tant’è che sono delle grandi alleate anche nel caso in cui ci ritroviamo ad avere a che fare con la fastidiosissima cistite… Nessun allarmismo: se cotta a dovere non avrete nessun problema di fiatella!

Il sapore della cipolla rossa proprio non vi va giù?
Pazienza, do una dritta anche a voi: frullatela con olio di cocco ed applicatela sui capelli, coprire con la pellicola da cucina e lasciate in posa un paio d’ore.
La vostra chioma sarà splendida e soffice come non mai! 
Ma ricordavi di fare un accurato shampoo dopo, o nessuno vi si avvicinerà per toccarli!

Testo e fotografia
a cura di Micol Uberti
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