Cent’anni fa oggi, nasceva un grande mito del cinema italiano: buon compleanno, Alberto Sordi!
Chi più di lui poteva meritare un ricordo speciale qui, tra le pagine digitali di questo mondo fatto di ricette e cibo?
“Maccherone, mi hai provocato e io ti distruggo, adesso maccherone io me te magno!”.

Chi non ha sentito almeno una volta questa esclamazione associata al grande Alberto Sordi? La frase arriva dalla famosissima scena tratta da “Un americano a Roma” diretto da Steno (lo sapete vero che Steno, altro caposaldo della cinematografia italiana, è lo pseudonimo di Stefano Vanzina, padre dei celeberrimi fratelli Vanzina?). Tornando ai nostri
maccheroni, chi li mangia è Nando Mericoni un giovanotto senza arte né parte (interpretato da Sordi) che mitizza gli Stati Uniti, tanto da scimmiottare i comportamenti alimentari americani e schifare i canonici spaghetti sostenendo di voler mangiare pane e mostarda, inzuppato nel latte. Salvo addentare poi la fatidica fetta, gettarla ed esclamare
“ammazza che zozzeria”, sputando tutto per tornare ai suoi amati maccheroni e “magnarseli”. Così, tra una forchettata di pasta e l’altra, stila un elenco della fine che faranno il latte “questo lo damo ar gatto”, “questo al sorcio” guardando lo yogurt e con la mostarda (in realtà senape) ci vuole “ammazzare le cimici”. Ma non ci sono solo i maccheroni di “Un Americano a Roma” nella vita cinematografica di Alberto Sordi.
Ripercorriamo altri esempi del suo rapporto con la cucina, nel centenario della sua nascita.
Altra scena mitica è quella ambientata a Venezia e tratta dall’episodio “Le vacanze intelligenti” all’interno del film “Dove vai in vacanza?”.

Qui Sordi interpreta un fruttivendolo romano i cui tre figli, che hanno studiato e frequentano ambienti intellettuali, organizzano per lui e la moglie delle “vacanze intelligenti” appunto, con un programma che prevede, oltre a una ferrea dieta, visite culturali comprese quella alla Biennale di Venezia. Ed è proprio lì che Sordi e consorte cinematografica, dopo essersi ribellati a diete e incomprensibili performance artistiche si fermano in una trattoria e, armati di tovaglioli legati al collo, mangiano tutto ciò che gli capita a tiro, emulati da principi e contesse che, come loro si abbuffano di salsicce con i fagioli, pappardelle al sugo di lepre e chi più ne ha più ne metta. Ne “Il marchese del Grillo” protagonisti sono invece i rigatoni, esattamente con la “pajata” (piatto della tradizione romana composto da pasta e interiora di vitello).
Potremmo continuare ancora a ripercorre, con l’aiuto di altri celeberrimi film, il percorso gastronomico di Alberto Sordi nelle varie pellicole cinematografiche dove lui, con piccoli gesti, espressioni facciali e frasi passate alla storia, riesce a rappresentare stati d’animo e situazioni psicologiche sedendosi a tavola. Spessissimo nei suoi film lo troviamo di fronte al cibo, a rappresentare le condizioni sociali dell’epoca ma per certi versi attuali ancor oggi. Per concludere, una curiosità: tra tutti questi piatti, sapete qual era il suo cibo preferito? Per Alberto Sordi non era domenica senza un piatto di fettuccine seguito dall’abbacchio scottadito (piatto laziale a base di costolette di agnello spalmate con burro
ammorbidito prima di grigliarle). Un pranzo all’insegna delle leggerezza, insomma! Infatti puntualmente per Sordi seguiva la pennichella sulla sua amata poltrona e, raccontava, l’abbiocco veniva sempre guardando Pippo Baudo in tv (protagonista indiscusso della Rai dell’epoca) e ritrovandolo ancora lì, sullo schermo, al suo risveglio.
Alberto Sordi rimarrà sempre nel cuore di noi italiani, lui che è stato un simbolo della nostra nazione e che si fa amare anche dalle generazioni che non lo hanno conosciuto direttamente.
E allora alziamo il bicchiere insieme a lui, da lassù e… tanti auguri, mito!

Testo a cura di Franca Bergamaschi
fotografie via web
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