MU Fish, cucina creativa dall’Oriente

Varcate le soglie del MU Fish di Nova Milanese e preparatevi a rivedere tutte le certezze che avete sempre avuto riguardo la cucina orientale.
La creatività che si respira appena si entra in questo ristorante si unisce così perfettamente al gusto minimalista che quasi non ci si fa caso!
O almeno… fino a quando non si apre il menù.

Il cibo, il vero protagonista: luci, design d'ambienti, presentazione. tutto è volto ad onorarlo.

Sono stata invitata a scoprire le loro proposte in un momento in cui stavo pensando proprio a questo: quanto è bello sperimentare in cucina, quanto è bello poter dare infinite possibilità agli alimenti!
Ne parlavamo proprio pochi giorni fa proprio sul mio profilo Instagram, vi ricordate? Sembrava proprio che fosse scritto nel mio destino che io dovessi incontrare sulla mia strada questo ristorante orientale che strizza l’occhio all’Occidente e gli ruba qualche ingrediente dalla dispensa!

MU Fish, un nuovo modo di parlare asiatico a tavola

C’è poco da stupirsi: il MU Fish di Nova Milanese ha vinto per due anni consecutivi il premio Gambero Rosso per il miglior rapporto qualità-prezzo tra i ristoranti di Milano e della Lombardia.
Se considerate che è una realtà che esiste tra 3 anni, è presto fatta la considerazione del valore di questo posto!
Ve lo dico subito, non è un all you can eat.
Qui è tutto à la carte, ma c’è la possibilità di intraprendere un percorso degustazione.
Vi dico anche che non troverete molto delle solite proposte che siete abituati a leggere sui menù dei ristoranti giapponesi.
Qui ci sono abbinamenti nuovi: avreste mai immaginato una tartare di tonno accompagnata da del fois gras? Nemmeno io!
Eppure, dovete saperlo, è la cosa più buona e seducente che ho mangiato qui!
Ultima negazione dell’articolo, lo giuro: non prendete in considerazione l’idea di pasteggiare a sola acqua o solo tè verde.
Qui c’è molto di più da scoprire, perché il bar tender di MU Fish è bravissimo a rivisitare cocktail in chiave orientaleggiante e a consigliarvi quale potrebbe il migliore per accompagnare ciò che avete ordinato per cena.
Scegliere MU Fish come ristorante, significa fare un vero e proprio viaggio all’interno dei sapori: nulla è scontato, tutto è perfettamente calibrato, come solo l’eccellenza dei maestri a cui scorre nel sangue la filosofia orientale sa fare. Consigliatissimi sono i dim sum, i ravioli di cui tutti vanno matti: lo chef è uno tra i più bravi al mondo e basta assaggiarne uno per capire perché.
Anche l’ambiente si guadagna una sincera nota di merito: incantevole, dalle linee pulite e con un gioco di luci che illumina il centro dei tavoli, punto in cui lo staff posiziona i piatti, lasciando invece in discreta penombra i clienti che possono così godere di privacy e possono lasciare che il cibo sia il vero protagonista del ristorante.
Una chicca di cui mi sono proprio innamorata?
I tavoli: ricavati da tronchi di cedro sezionato orizzontalmente, in alcuni è possibile ritrovare della resina che va a colmare gli spazi vuoti.
Quasi ad onorare, in chiave più sobria, la meravigliosa e significativa arte giapponese del kintsugi.

Appena si entra da MU Fish, si viene accolti da un bancone elegante e dai toni scuri, dedicato ai cocktail e alla preparazione del sushi.
Da MU Fish si viene sempre accolti con una porzione di edamame, i famosi fagiolini in baccello, da condividere.
Il gunkan con uova di salmone e tuorlo di quaglia e la millefoglie con tonno siciliano crudo e burratina sono tra le proposte più particolari di MU Fish.
Un tori karaage (pollo fritto a pepite) come non lo avete mai assaggiato: accompagnato da una speciale maionese.
Hosomaki, Uramaki, sashimi misto: la selezione di MU Fish è incredibilmente ampia.
Cocktail particolarissimi possono accompagnare la cena, per una rivisitazione a 360° della classica tavola orientale.

PS: se di primo acchito avete pensato che Nova Milanese sia troppo fuori mano, vi rassicuro dicendovi che in realtà vi separano solo una ventina di minuti da Milano città! Guardare Google Maps per credere.

I tavoli sono in legno di cedro e la cena si consuma direttamente su di essi, senza tovagliato.


Testo e fotografia a cura di
Micol Uberti
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