In principio, fu un topo in un garage.
Chi mai avrebbe potuto pensare che questa accoppiata di elementi avrebbero cambiato la storia del cinema e della cultura mondiali?
Solo un folle. O solo un Sagittario (come me).
Che poi, a ben pensarci, sono la stessa cosa…
Le grandi storie iniziano sempre dalla più balzana delle idee, una di quelle su cui non scommetteresti un centesimo.
E in effetti, i primissimi anni di vita di Mickey Mouse furono proprio così: solitari, incompresi. Dopo mesi di lavoro intenso fatto di ore passate in un garage di notte a creare, disegnare e progettare, il 16 gennaio 1928 Walt Disney e il suo socio Iwerks possono finalmente appendere il fiocco azzurro alla porta del proprio studio. Oddio, diciamo della saracinesca, in questo caso!
E’ nato Topolino.
Ma perché proprio un topo? Perché un uomo che è fatto di fantasia ed ispirazione sa sempre trasformare con l’immaginazione ciò che trova intorno a sé! E così, da dei piccoli roditori che mangiavano briciole in un cestino pieno di bozze scartate e accartocciate nello studio di Disney (lo studio vero, quello che aveva prima di perdere tutto a causa del fallimento di Oswald – il coniglio fortunato), l’idea è arrivata in un lampo.
Provate a immaginare.
Un tizio osserva qualcosa che potremmo definire semplicemente come il ritratto simbolico della tristezza e della desolazione.
Afferra la matita, un foglio e comincia a disegnare.
E cosa ne esce?
Un personaggio che assomiglia in tutto e per tutto (orecchie a parte, s’intende) a quello che poco prima lo aveva mandato in rovina. Un personaggio che, guarda caso, contrasta ma completa al tempo stesso la star del mondo animato di quell’epoca: Felix the Cat.
Non sembra una gran trovata, eh?
Pensate ora a quanti di voi, come tanti allora, si sarebbero poi mangiati le mani a non aver creduto in quel progetto che appena 4 anni dopo avrebbe fatto vincere un Oscar onorario a Walt Disney!
A solo un anno dalla sua comparsa sui grandi schermi nel film con sonoro Steamboat Willie, che festeggia oggi 90 anni dalla sua prima proiezione, Topolino è il nuovo fenomeno cinematografico e culturale degli Stati Uniti d’America! Tutti lo vogliono, tutti lo cercano, tutti lo interpellano. Cioè? Cioè nel 1931 Charlie Chaplin (oh, Charlie…) insiste perché venga riprodotto un cortometraggio di Mickey Mouse prima di ogni proiezione del suo Luci della città. Scusate se è poco!
Ecco qui Oswald, a fianco di Mickey Mouse… trovate per caso qualche somiglianza?
Naturalmente, nel 1928 Topolino non era così come lo vediamo ora. Il suo aspetto è stato modificato e così anche… gli outfit! Si tratta di escamotage ben costruiti, certo: i guanti bianchi rendono le sue manine più umane. Il motivo per cui, invece, indossa solo pantaloni e niente maglietta ha un significato ben più complesso che trova le sue radici nell’ambito politico, perciò direi di sorvolare…
Oh! A proposito delle sue mani! Sono certa che sarà capitato anche a voi di chiedervi per quale benedettissimo motivo abbia solo 4 dita… Beh, è molto semplice: disegnare solo quel dito in più, porta via innumerevoli ore di lavoro (sembra pazzesco ma è proprio così!) nella produzione dei cartoon. Soprattutto all’epoca, poi, quando ogni animaticreazione era sviluppata dal pugno del disegnatore…
Le eccezioni a questa regola ci sono, certo: soprattutto i personaggi disneiani dalle sembianze più umane ne hanno 5, di dita.
Basti pensare a La sirenetta del 1989 (in cui tra l’altro Topolino fa un cameo).
Lo so che forse vi ha deluso un po’ il mio sorvolare sull’argomento “pantaloncini” poche righe fa, anche perché devo ammettere che sono fatti curiosi, ma per dovere di cronaca allora dovremmo parlare per ore di queste tematiche! Eh sì, perché anche se può sembrare solo un cartone animato – soprattutto alle persone della mia generazione – la verità invece è che questo personaggio (così come il suo “papà” umano…) è stato fortemente coinvolto nelle vicissitudini politiche che si sono susseguite in periodi caldi come la Seconda Guerra Mondiale, ad esempio. Considerando anche il fatto che ormai, questo piccolo topo cicciotto, non era più un vip esclusivamente negli States ma grazie alle strisce sui quotidiani era giunto oltreoceano, raggiungendo anche noi in Italia, è facile capire quanto potesse essere strumentalizzato come veicolo di ideali. Tanto da far sì, nel 1942, che la Mondadori venisse costretta a interrompere le pubblicazioni su di lui, sostituendolo con un’improbabile alternativa, dal fantasiosissimo nome Tuffolino.
Lo so cosa state pensando e lo condivido in pieno!
Non tutto il male viene per nuocere, però: è proprio grazie a questa situazione angosciosa che, una volta tornata la libertà di stampa, i pochi soldi a disposizione fanno intuire che forse è più economicamente ragionevole raccogliere le pubblicazioni di Topolino in un libretto, disponibile mensilmente dal giornalaio.
Voilà, ecco come nasce il formato pocket più amato di sempre, che è diventato successivamente a pubblicazione settimanale!
Sapete che si contano più di 3.000 uscite in questi anni? Wow!
Se non ci credete al fatto che questi numeri siano il simbolo di un vero e proprio cambiamento culturale, allora fatevi un giro su Google e andate a sbirciare sull’Enciclopedia Britannica: rimarrete stupiti nel vedere che la voce “Mickey Mouse” è annoverata tra le sue pagine! Del resto, parliamoci chiaro: se non fosse stato così potente, pensate che un genio come David Bowie si sarebbe scomodato a citarlo nella sua Life on Mars? Pensate forse che l’ONU si sarebbe presa la briga di nominarlo “simbolo internazionale di buona volontà”?
Quante cose che sono accadute in questi 90 anni esatti dalla sua prima apparizione al pubblico! Segni del tempo non ne vedo, anzi, direi che è in gran forma…
E allora diciamolo.
BUON COMPLEANNO, TOPOLINO!
Il primo francobollo dedicato a Topolino, è arrivato nel 1970 nella Repubblica di San Marino
Gaetano Varcavia, voce di Topolino nei suoi film di animazione più celebri,
è scomparso prematuramente a 55 anni. Questo ricordo lo dedichiamo a lui!
Testo a cura di Micol Uberti
Fotografia via web
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