Si può essere incisivi anche senza tagliare.
Testo a cura di Franca Bergamaschi
Strana affermazione per essere riferita ad un ristorante, lo so, ma credetemi: non è solo un modo di dire per il fatto che ai tavoli non troverete nulla che tagli (ai vegani non servono i coltelli in effetti), ma anche per l’eleganza shabby chic del luogo, la compostezza del personale, presente senza essere invadente.
Un insieme che ti lascia dentro in maniera incisiva una sensazione di relax e che ti porti dietro anche una volta che esci da Soulgreen.
Gli spazi grandi e con ampie vetrate hanno muri che sembrano abbandonati (volutamente) all’usura del tempo, eppure trasmettono calore, accoglienza. Nulla a che vedere con l’immagine austera che doveva esserci prima, quando quel luogo ospitava una banca. Gli arredi sono opere di riciclo artistico, come gli appendiabiti in pezzi di legno che si scompongono, o le lampade ricavate da piatti, brocche e bicchieri di vetro rivisitati in nuove forme. “L’anima green” del suo nome pervade ovviamente tutte le pareti, con i colori della vegetazione che ci vive, parte integrante e non addobbo.
Gli investimenti ambiziosi firmati Percassi si riflettono in eleganza, a differenza di certe location che fanno del “farsi notare” a tutti i costi il loro punto di forza.
Eppure cose da notare qui ne troverete! Per esempio, lo scenografico impianto di filtraggio dell’acqua che occupa una intera parete. E poi staccate un attimo gli occhi dal piatto e mettetevi col naso all’insù: sapete che quando è stata smantellata la banca sono comparsi i bellissimi soffitti che ora sono sopra di voi? Un’ultima, non trascurabile, particolarità: sapete che all’interno di Soulgreen sarete circondati da flussi di energia positiva grazie all’assenza di spigoli vivi in qualsiasi parte dell’arredamento, tavoli compresi? Unica eccezione il bancone della reception, che gli spigoli li ha, per mantenere all’esterno l’energia negativa.
Ve lo avevo detto: qui ci si sente al sicuro!
Ritorno alle proprie origini
Testo a cura di Micol Uberti
…ci si sente al sicuro davvero, anche per le proposte culinarie del ristorante.
La natura sa essere accogliente come l’abbraccio di una persona che amiamo e i colori che esplodono nel piatto trasmettono un senso di energia e di serenità che difficilmente troveremo in ciò che è artificiale.
Ecco che accade la magia, allora: un boccone ti riporta alle origini, a quell’equilibrio primordiale che chissà quando e dove è andato perduto.
E poi, scusate se è poco, c’è il gusto della scoperta, oltre che quello della ricetta dei bravissimi chef di Soulgreen.
Scoprire una cucina inusuale, gli accostamenti impensati ma per nulla impensabili, fermarsi a rimirare il proprio piatto prima di prendere il coraggio di scomporlo affondandoci finalmente forchetta o cucchiaio per portarlo alla bocca e cominciare a viaggiare verso un mondo nuovo.
E’ la semplicità, ciò a cui ci stiamo disabituando.
Ma c’è un luogo in cui viene custodita gelosamente, lontano dalla semplicità con cui spesso lasciamo che le nostre idee vengano corrotte e dalla velocità con cui ci si dimentica da dove veniamo.
Quel luogo è Soulgreen.
Fotografia a cura di Micol Uberti