…e pensare che c’è chi dice che noi non ci vediamo granché bene… io so addirittura leggere!
Ops, scusate! Non mi sono neppure presentata.
Mi chiamo Paola, non raggiungo il mezzo metro di altezza e sono cresciuta in una libreria.
Segni particolari? Una codina scodinzolante con cui saluto tutti i miei amici a 2 zampe che vengono qui, da Gogol & Company, a bere un caffè gustandosi le pagine di un buon libro. Perché sono io, una piccola bassottina a pelo duro, la vera padrona del locale! Ma a proposito di umani… volevo raccontarvi che qualche giorno fa sono entrati qui in libreria due ragazzi che, mentre mi facevano i grattini dietro le orecchie (…BAUUU!), si sono presentati alla mia mamma Tosca come Micol e Luca. Bei nomi, vero?
Beh, insomma, si sono messi a fare delle foto con uno strano aggeggio nero che mi ha incuriosita tantissimo e allora li ho seguiti per le stanze del mio regno e ho origliato i loro discorsi (ehm… a dirla tutta parlava solo lei. Quanto chiacchierano le femmine di uomo!). Lo so che non si fa, ma sono così tenera che, a me, tutto è concesso! E so anche che voi, ora, vorrete sapere cosa dicevano…
Va beh, se mi promettete di non segnalarmi come spia sotto mentite spoglie, vi svelo tutto!
«Ecco. Questo è l’odore che vorrei sentire anche quando entro in casa mia. Lo senti pure tu? È il profumo della carta, che si mischia a quello del legno e del caffè. Cioè… non è il paradiso?» ha esordito lei appena si è diretta verso l’area di ristorazione della nostra libreria. La mia mamma e i suoi soci hanno pensato, infatti, che se i libri sono il cibo dell’anima allora vanno per forza accompagnati a una bella tazza di tè caldo!
Oppure a… «Un caffè americano! Grazie mille!» ecco, Micol ha preferito quello.
E poi è andata a passo di carica nel salottino laterale, più appartato e le cui pareti sono immensi scaffali pieni di romanzi e racconti fantasy.
«Ok, questo È il paradiso. Direi che non ci sono altre definizioni possibili. Sai cosa mi piace, Luca? Mi piace un sacco che si trova tutta la tranquillità che si desidera quando ci si mette a leggere, ma nello stesso tempo ti senti totalmente a tuo agio, ti senti proprio a casa tua. Qui si conoscono tutti, ci si saluta come se si fosse amici da sempre… sì sì, proprio come a casa. Sto diventando ripetitiva, lo so, ma sai che io vivo di entusiasmi… Mi sa che probabilmente mi trasferirò qui!» ha detto ridendo e sprofondando in una delle mie poltrone preferite, soffici e comodissime, con un libro in mano.
Hop! Le sono saltata in braccio in un istante: coccole in vista, ragazzi!
«Ahahah e tu? Paolina! Sei una ruffiana… Dai, stai qui con me che ci rilassiamo un attimo mentre Luca scatta un po’ di fotografie…» e infatti lo abbiamo visto sparire tra i corridoi di Gogol & Company con la reflex (ho scoperto che si chiama così!) in mano e lo sguardo attentissimo.
«Sono felice di aver scoperto questo posto, sai, cucciola? Penso proprio che verremo a trovarvi ancora, magari quando ci sarà la Settimana del Design, visto che siete vicinissimi alla zona in cui ci saranno molti eventi, in via Tortona. Prendersi una pausa qui sarà come rinascere.» ha aggiunto sottovoce.
E poi… il tempo di sfogliare qualche pagina e di vedere il fondo della tazza di caffè ed è riapparso anche l’altro umano; allora mi hanno salutata con una scompigliata di pelo sulla testolina, hanno ringraziato Tosca per averli ospitati e li ho visti uscire, chiacchierando allegramente sulla loro mattinata nella nostra libreria.
Sapete una cosa?
A me, quei due, stavano proprio simpatici. Spero di rivederli prestissimo!
Per quanto riguarda voi, che state leggendo questo racconto, invece, SAPPIATE CHE ORA MI DOVETE DEI BISCOTTINI! Perciò vi invito a portarmeli direttamente qui, così potrete conoscere anche i miei amici che hanno fondato Gogol & Company.
Ci trovate in via Savona, 101 a Milano.
Vi aspetto! Preparate anche una scorta di coccole. Bau!
Le foto le ha fatte il bipede Luca Drago
e ci ha messo il copyright
La bipede Micol invece ringrazia DEHA per la maglietta,
RUE DES MILLE per i braccialetti
e LE PROSPERINE per le scarpe…
però io avrei preferito delle ciabatte da mordicchiare!